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Cristiani, cioè discepoli di Cristo

Festa patronale san Giacomo apostolo, Piazzatorre Val Brembana (BG) - 22 luglio 2023

22 Luglio 2023

  1. I cristiani sono quelli del mondo al contrario?

“Ma voi cristiani, siete quelli del mondo al contrario?
Da che mondo è mondo i potenti dominano e i capi opprimono i sudditi per fare i loro interessi. Come fate a pensare che sia possibile che chi è grande sia il servitore? E chi è primo sia schiavo degli altri?
Voi cristiani siete forse dei sognatori, degli idealisti? O forse dei fanatici?
Come si può scrivere quello che scrive Paolo, quasi per vantarsene: “Siamo tribolati, siamo sconvolti, siamo perseguitati, siamo colpiti”? Per stare al mondo bisogna piuttosto difendersi, colpire gli altri, cercare di vincere in ogni cosa.
Ma voi cristiani siete quelli del mondo al contrario? Come mai festeggiate i vostri eroi e li ricordate non nel giorno del loro trionfo, del loro successo, ma addirittura nel giorno della morte violenta, del loro martirio?”
Forse con questi argomenti si diffondeva nel mondo antico l’antipatia contro i cristiani, terreno fecondo per far nascere poi le ragioni per rifiutare, perseguitare, emarginare i cristiani.
Quello che predicano i cristiani non fa bene all’umanità: dicono di no a quello che diverte, che fa piacere, che porta al successo; propongono quello che cosa fatica, quello che espone al disprezzo, quello che rende incapaci di farsi strada nella vita.
I cristiani sono antipatici.
Non sono capaci di stare al mondo, sostengono che essere onesti è più importante che avere successo, predicano che la mitezza è meglio della prepotenza, dicono che non c’è un diritto al piacere se non è unito al dovere di amare.
E dicono molte altre cose che dimostrano che non sono capaci di stare al mondo. E infatti il mondo va avanti senza di loro, il mondo va dall’altra parte.

 

  1. La fierezza e l’umiltà di essere originali. E di pagarne il prezzo.

Noi cristiani ci rendiamo conto della situazione scomoda in cui ci troviamo in questo nostro tempo: non riusciamo a far comprendere le nostre buone ragioni, non riusciamo a convincere che vale la pena di essere cristiani proprio oggi, proprio qui. I nostri stessi figli, nipoti, compagni di scuola e colleghi di lavoro spesso non ci comprendono, ci ritengono ingenui e sorpassati, non adatti a questo mondo con tutta la sua potenza, con tutto quello che si può fare, con tutto quello che si può guadagnare, godere.
Forse proviamo momenti di amarezza per questo sentirci compatiti e superati.
Tuttavia non dovrebbe stupirci troppo. I primi tempi della Chiesa sono segnati da questa antipatia che porta Erode a uccidere Giacomo e a rendersi conto che questo era gradito al popolo.
Ma in molte parti del mondo i cristiani oggi sono considerati come sospetti, gente che viene da chi sa dove con chi sa quali intenzioni: ho sentito raccontare di quello che succede in estremo oriente, in medio oriente, in centro America, in Cuba, in Nicaragua.
La nostra situazione non è facile, ma è certo più favorevole di molte altre situazioni.

Non dobbiamo meravigliarci che la mentalità del nostro tempo ci consideri antipatici, incapaci di stare al mondo. Dobbiamo piuttosto domandarci: perché siamo così fuori dal mondo? La nostra originalità è una stranezza o è la proposta dell’unica via di salvezza che meriti di essere creduta e percorsa?
Siamo chiamati a non essere complessati, disponibili a nascondere la nostra originalità per evitare di essere isolati; piuttosto siamo chiamati a offrire il segreto della nostra originalità perché giovi a tutti. Siamo fieri e modesti nel condividere il messaggio che ci rende originali.

 

  1. Tratti dell’originalità cristiana.
  • Il principio, il fondamento della nostra identità cristiana è Gesù Cristo. Non siamo cristiani perché crediamo in Cristo. Seguiamo Gesù, cerchiamo di imitare Gesù. Forse anche di Gesù i suoi contemporanei dicevano che non era capace di stare al mondo che aveva in mente un mondo al contrario, che diceva beati quelli che erano poveri, perseguitati, affamati, afflitti. Ma noi crediamo che Lui sia la via della vita. e seguiamo lui, piuttosto che il mondo.
  • Seguiamo Gesù e cerchiamo di imitarlo non solo perché la sua parola è piena di fascino e di promesse, ma perché Gesù è vivo, ha vinto la morte, è principio di vita eterna. È risorto da morte. Convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù risusciterà anche noi con Gesù.
  • Imitiamo Gesù: perciò cerchiamo di vivere e di pensare come lui. Non è venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo, per indicare come si può vivere bene e giungere alla vita eterna. Così noi non condanniamo il mondo, ma offriamo la testimonianza di aver incontrato la via della vita che è Gesù. Se anche siamo maledetti, noi benediciamo; se anche siamo disprezzati, non abbiamo stima e rispetto; se anche non ci guadagniamo niente, non cerchiamo di far guadagnare la vita buona ai nostri fratelli e sorelle; se anche siamo considerati stranieri fastidiosi, noi cerchiamo di essere fratelli che si mettono al servizio del bene di tutti.