- La visita pastorale
La visita pastorale è l’occasione per il vescovo per dirvi: “Voi mi siete cari. Voi mi state a cuore. Io sento responsabilità per il vostro cammino di fede, per la vostra vita di comunità”.
Normalmente il vescovo esprime questo affetto e questa sollecitudine attraverso coloro ai quali dà il mandato di essere presenza costante in questa comunità (la fraternità missionaria, ministri della comunione, incaricati Caritas, ecc.). Ma la visita pastorale è l’occasione per dirlo di persona: “Voi mi siete cari!”.
La visita pastorale è l’occasione per richiamare l’appartenenza alla Chiesa diocesana e alla Chiesa Cattolica. Nessuna parrocchia vive per sé e basta a sé e può chiudersi in sé stessa. Il riferimento al “lavorare in rete” che ritorna nella relazione del Consiglio Pastorale, in riferimento alla collaborazione con le istituzioni e associazioni del territorio (scuola, istituzioni sanitarie, Centro Giovani del comune, “Spazio Ponte”, Municipio, associazioni di Peschiera, ecc.) e l’auspicio che la dinamica decanale e interparrocchiale sia più intensa (per gli scout, l’Operazione Mato Grosso) dice di questa necessità. L’appartenenza al decanato e l’apprezzamento e adesione le proposte diocesane (cfr meditazione della proposta diocesana nell’adorazione del Primo Venerdì del Mese) è motivo di gratitudine e di arricchimento. Siamo l’unica Chiesa di Milano che ospita il mondo e si sente cattolica, in particolare nella sua composizione multiculturale e multietnica che caratterizza questo quartiere di Milano.
La visita pastorale è l’occasione per lasciarsi interrogare e illuminare dalla Parola di Dio proclamata in questa celebrazione. Quali indicazioni ci offre questa Parola per la vita della comunità cristiana presente in questa parrocchia, in questa Unità Pastorale, in questo quartiere?
- Abbiamo trovato … vieni e vedi: a servizio del cammino di fede personale
La comunità cristiana è presente come il segno visibile della presenza di Gesù, colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i Profeti, Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazaret. La comunità cristiana invita a incontrare Gesù in molti modi. Il servizio della carità, la sollecitudine educativa per i più giovani, le proposte di preghiera, la visita ai malati nelle case e nelle istituzioni sanitarie sono certo forme di attenzione alle persone, ma hanno come scopo di favorire l’incontro con Gesù, il Figlio di Dio, colui che apre il cielo e rivela l’amore di Dio.
Nessuno può avere la pretesa di essere il salvatore, colo Gesù ha parole di vita eterna. I discepoli di Gesù hanno trovato il Signore e hanno la responsabilità di annunciare la sua presenza, di invitare all’incontro con lui. La vita della comunità è la via per l’incontro personale con Gesù. Si deve vigilare perché non ci esponiamo al rischio di dimenticare la presenza di Gesù, la relazione personale con lui, la necessità di ricevere il dono dello Spirito per operare secondo la sua parola. L’incombere di problemi e povertà, la complessità della situazione in questo contesto dalle molte culture e tradizioni, la molteplicità delle iniziative e la povertà di risorse non ci autorizzano a dimenticare che solo in Gesù è presente la pienezza della vita, la grazia per una vita nuova, la chiamata a compiere la propria vocazione nel servizio degli altri e nel cammino verso il Regno.
- …testimone, insieme a noi, della risurrezione di Gesù.
A proposito di Gesù i discepoli hanno la missione di essere testimoni della sua gloria, della sua risurrezione, della vittoria sulla morte e della promessa di vita eterna. I discepoli sono il popolo della speranza che la morte non può vincere.
La sensibilità contemporanea non sembra desiderare la speranza di partecipare alla vita di Dio: altre cose sembrano più desiderabili, più ragionevoli, più prevedibili. Viviamo in un tempo di speranza piccole o piuttosto di disperazione: la rassegnazione ad andare a finire nel nulla, nell’abisso insondabile della morte fa perdere valore a tutto, tutto è precario, anche la distinzione tra il bene e il male.
I discepoli, testimoni della risurrezione, annunciano il fondamento della speranza del compimento della vita nella pienezza della vita di Dio. Proprio per questa speranza si può apprezzare la vita presente e viverla con responsabilità. Dobbiamo infatti rendere conto di come i doni ricevuti abbiano portato frutto nel servizio reciproco, nell’edificazione della comunità, nell’aiuto ai più poveri.
Possiamo quindi riassumere in tre parole le indicazioni che questa visita pastorale può offrire:
- La comunità, ricca di tutte le sue diversità;
- L’incontro personale con Gesù, la fede che diventa risposta alla vocazione;
- La speranza dei discepoli testimoni della risurrezione.