- Perché non cantate?
Il salmista è deluso e scoraggiato: continua a ripetere il suo invito: acclamate Dio con grida di gioia … cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni. Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte (Sal 46).
Perché non cantate, amici? Perché ve ne state ciascuno al suo posto, intenti nei vostri pensieri, con il volto triste e stanco?
E come potremmo noi cantare – rispondono i discepoli di Gesù chiusi nella loro tristezza – mentre siamo sconvolti e pieni di paura? La nostra vita è piena di fantasmi, siamo stati abbandonati da Dio e siamo spaventati da quello che vediamo, siamo in cammino verso la morte. Come potremmo cantare?
Perché non cantate, amici?
E come potremmo cantare – rispondono i discepoli di Gesù, delusi nelle loro aspettative – se ancora non si vedono i segni della ricostituzione del regno di Israele? Aspettavamo una rivincita, aspettavamo un trionfo, aspettavano di vedere finalmente umiliati i nostri nemici e invece tutto va avanti come sempre. I potenti del mondo continuano a essere prepotenti e la povera gente continua a essere umiliata sulla faccia della terra.
Perché non cantate, amici?
E come potremmo cantare – rispondono i discepoli di Gesù, che si radunano senza sentirsi insieme, che si guardano con invidia e senza benevolenza – se ci troviamo con persone antipatiche, caratteri difficili, differenze incomprensibili? Entriamo sì nella stessa assemblea, partecipiamo sì agli stessi eventi, ma gli altri ci danno più fastidio che gioia.
- Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!
Nella comunità spaventata, depressa, divisa, entra il Signore risorto. I discepoli sono più inclini a credere che sia un fantasma. Sembra che i discepoli siano incapaci di vedere la gloria di Gesù e credano piuttosto in una illusione, in un inganno. Ma Gesù siede a mensa con loro e li introduce alla comprensione delle Scritture. Aprì loro la mente per comprendere le Scritture.
Nella comunità impaziente e delusa il Signore risorto semina la speranza non come un esaudimento delle aspettative, ma come un ardore per la missione: Non spetta a voi conoscere tempi e momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito e di me sarete testimoni … fino ai confini della terra.
Nella comunità segnata da divisioni e gelosie, il Signore risorto ha effuso i suoi doni: ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
- Stavano sempre nel tempio lodando Dio.
La celebrazione del banchetto eucaristico offre la grazia di riconoscere la presenza di Gesù, vivo e principio di vita nuova, di nuova gioia, di nuova comunione tra i discepoli. Perciò i discepoli possono accogliere l’invito del salmista: cantate inni a Dio, cantate inni!
L’impegno di coloro che hanno seguito il corso Te laudamus non è solo per imparare una disciplina importante come il canto corale e la direzione del coro, non è solo per offrire un servizio alle comunità. è piuttosto per proporre un cammino di conversione, dalla paura alla gioia, dall’impazienza alla responsabilità per la missione, dal convenire nell’indifferenza al cantare insieme nella gioia.