Quando venne la pienezza del tempo e l’umanità era giunta a un tale grado di disperazione che si immaginava di essere prossima a finire, fu radunato il Consiglio del cielo e della terra per cercare qualche soluzione.
Nel Consiglio del cielo e della terra, come è ovvio, si formarono ordini del giorno, commissioni e sottocommissioni, tavoli di lavoro, documenti preparatori e sintesi provvisorie. Però il tempo passava e la gente sulla terra era sempre più infelice. Si convocò in conclusione, forse dopo mille anni, la grande assemblea.
Si fece un gran silenzio quando si alzò a parlare il principe degli eserciti celesti, Michele Arcangelo e disse: Questa umanità è giunta al colmo della malvagità e non vedo una via di salvezza se non il tremendo spavento. Consiglio pertanto che il Signore dei Signori mandi l’angelo sterminatore e ci siano disastri e guerre e pestilenze così insopportabili che gli uomini si volgano infine all’unico che può salvare, al Signore nostro Dio.
L’Assemblea applaudì con entusiasmo la proposta dell’Arcangelo Michele, il principe degli eserciti celesti. Ma quando presentarono la proposta al Signore dei Signori, al Dio Altissimo, il Signore dei Signori non l’accettò. “E’ troppo fragile l’uomo, è come erba che dura un giorno. Le mie viscere si commuovono al vedere tanta sofferenza. Non posso spaventare l’umanità: morirebbe di paura! Lo spavento, i disastri, la disperazione sono le armi del grande nemico, che vuole la morte e non la vita, la perdizione e non la salvezza.”
Si fece un gran silenzio quando si alzò a parlare il Serafino dello Splendore e disse: “Questa umanità è immersa nella depressione, è avvilita per le proprie miserie. Ha bisogno di alzare lo sguardo e essere avvolta ed entusiasmata dalla rivelazione della gloria. Propongo pertanto che siano mandati gli angeli della gloria e della luce, che siano tutti vestiti d’oro e costruiscano nelle città degli uomini bellezze mai viste, ricchezze incalcolabili, feste memorabili, musiche celestiali. Lo stupore e lo splendore solleveranno il morale dell’umanità e invece di distruggere, invece di pensare a farsi del male saranno attratte dalla gloria e si metteranno in cammino per entrare nelle bellezze mai viste e celebrare le feste memorabili”.
L’Assemblea applaudì con entusiasmo e molti già fantasticavano dell’età dell’oro e della dimora della gloria per la festa dell’umanità. Ma quando presentarono la proposta al Signore dei Signori, al Dio Altissimo, il Signore dei Signori non l’approvò. “E’ troppo ingenuo l’uomo. Invece dello stupore e della gratitudine, diventerebbe avido e si metterebbe a fare grandi sacrifici pensando che nell’oro e nella bellezza si possa trovare salvezza. La gloria mondana, la ricchezza e la bellezza precarie cono le armi del grande seduttore che vuole l’inganno e non la verità, l’adorazione degli idoli e non la libertà”.
Si fece un grande silenzio quando si alzò a parlare l’Arcangelo dei lieti annunci, Gabriele e disse: “Amici, non considerate l’umanità come una massa anonima, come un numero per le statistiche, come una astrazione per i discorsi retorici. In realtà sono uomini e donne, ciascuno con la sua storia, il suo nome, ciascuno capace di ogni bene, secondo l’immagine del Figlio, ciascuno capace di ogni male, secondo l’insidia del Nemico. L’umanità non si salva per una soluzione collettiva. Il rimedio al male è visitare ogni uomo, ogni donna e chiamare ciascuno per nome. Ecco che cosa propongo che ci sia un annuncio di gioia e di speranza che entri in un cuore puro e che di bocca in bocca, si sorriso in sorriso raggiunga tutti”.
L’Assemblea restò piuttosto perplessa: è una cosa lunga; è un po’ troppo poco; è una proposta fragile, debole in un mare tempestoso, in una storia violenta. Insomma erano molto perplessi tutti i membri del Consiglio del cielo e della terra. Ma il Signore dei Signori, il Dio Altissimo, sorrise e approvò la proposta dell’Arcangelo dei lieti annunci: “Ecco la strada giusta per salvare i miei figli e le mie figlie, chiamandoli per nome e invitandoli alla gioia! Insomma la vocazione. Ecco la via giusta per seminare nella storia un principio di novità e di pace: la missione del mio Figlio unigenito per abitare un frammento di storia per irradiarvi la pienezza della grazia. Si prepari dunque una dimora per il Figlio unigenito che uomini e donne possano chiamare Emmanuele”.
E infatti l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret a una vergine che si chiamava Maria. Entrato da lei l’angelo le disse. Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te!”.
Così dunque nella pienezza dei tempi, quando sembra che l’umanità sia in pericolo, Dio ha mandato il suo Figlio unigenito e ha reso possibile la salvezza seminando nella vita di coloro che ascolta la sua parola e ricevono il suo Spirito il principio di una gioia invincibile (rallegrati), la forza in un amore instancabile (piena di grazia), la certezza di una comunione eterna (il Signore è con te).
Così anche noi, fatti figli nel Figlio viviamo la salvezza come una vocazione personale a essere al servizio dell’annuncio della salvezza universale.