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La corte sedette e i libri furono aperti

Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Ordinazione diaconi permanenti, Milano, Duomo – 5 novembre 2022

7 Novembre 2022

  1. Troppo in fretta. Troppo poco. Troppo distratto.

Troppo in fretta ha percorso la giornata e non hai visto, non hai capito. Troppo in fretta hai letto le parole sante e non sei entrato nel mistero. Troppo in fretta hai vissuto con gli uomini e le donne di casa tua, del tuo ufficio, del tuo ospedale e non hai letto le loro anime, non hai ascoltato le loro parole. Troppo in fretta hai amato e l’amore è rimasto un enigma.

È troppo poco lo spazio che hai fatto dentro di te alla gioia e così ha messo radici una tristezza malata. Troppo poco spazio hai lasciato allo stupore e così la bellezza si è ridotta a una apparenza.

Troppo poco lo spazio che hai offerto alla preghiera e così si è insinuata la noia e il sospetto e la paura di Dio.

Troppo distratto hai vissuto e così lo sguardo sempre altrove non ha riconosciuto la verità delle cose.

Troppo distratto hai sentito le parole della verità e così il pensiero e la memoria e la fantasia sono stati invasi dalle notizie della banalità, dalle immagini della volgarità, dalla memoria delle minuzie insignificanti.

 

  1. Uno simile a un figlio d’uomo.

 Guarda a quale prezzo è stato rivelato il significato del mondo! Considera quale soffrire è stato necessario per aprire il libro della verità delle cose e della storia! Si fa avanti uno come figlio d’uomo e viene presentato al vegliardo.

È Gesù, il figlio di Maria, Gesù di Nazaret, ha passato a Nazaret trent’anni per rivelare che il paese insignificante, la vicenda irrilevante per i libri di storia è il paese adatto per essere la casa del re, di colui che ha ricevuto il potere, la gloria e il regno.

Si fa avanti uno come figlio d’uomo: è Gesù, il profeta itinerante che attraversa i campi e le vigne di Galilea; è Gesù, il figlio di Davide, ricco di compassione che si ferma per ascoltare il grido del cielo, la preghiera dei lebbrosi, la fame delle folle, la curiosità di Zaccheo, l’agitazione di posseduti dallo spirito immondo per rivelare che i campi di Galilea, il dolore dei malati, il peccato dei peccatori offrono il contesto adatto perché si rivelino i segni del Regno.

Si fa avanti uno come figlio d’uomo: è Gesù, l’uomo dei dolori, che ben conosce il patire, il giusto ingiustamente condannato, il crocifisso insultato e stremato. Rivela che l’abisso del male può essere attraversato per amore e rivelarsi il percorso adatto per rivelare la gloria dell’Unigenito.

 

  1. I diaconi.

La regalità crocifissa di Gesù ha attratto i cinque uomini che ho chiamato al ministero del diaconato facendomi voce della Chiesa. Hanno scelto come frase ispiratrice per ispirare la preghiera e il proposito di servire la parola di Gesù nel Vangelo di Giovanni: attirerò tutti a me (Gv 12,32). L’umanità di Gesù è attraente e convince all’imitazione, il dono dello Spirito di Gesù è principio di vita nuova e rende possibile vivere come Gesù.

I cinque uomini giungono a dare la loro risposta definitiva dopo un cammino di formazione e di discernimento compiuto insieme con le loro famiglie: ma tutto è stato vissuto per rispondere all’attrattiva di Gesù. Nella loro età adulta, nel vivere la loro vita familiare, nell’esercizio della loro professione hanno avvertito la chiamata al diaconato come un compimento: non una distrazione, non una deviazione, ma un compimento.

Sono chiamati a testimoniare che il compimento della vita di famiglia è nel servire, il compimento della carriera professionale è nel servire, il compimento della maturità cristiana è nel servire. L’ordinazione diaconale li inserisce nel clero diocesano per quel servire che diventa parola, incarico diocesano, missione. Il servizio è per edificare la comunione entro il clero, entro le comunità, nella attività pastorale decanale e diocesana.

“Ti preghiamo, mandaci dal Padre lo Spirito Santo, che apra i nostri cuori e le nostre menti, ci insegni ad amare, a pregare, a sperare; ci renda diaconi docili, umili, pazienti” ci hanno invitato a pregare in preparazione di questo momento.

Il Vescovo li sceglie come collaboratori per la missione di invitare uomini e donne del nostro tempo e della nostra terra ad accogliere l’attrattiva di Gesù, a superare la fretta, l’esitazione, la distrazione per accogliere la pienezza della vita divina che porta a compimento la vita umana.