Viene da domandarsi se siamo fatti per litigare.
Viene da domandarsi se campagna e città siano realtà fatte per essere ostile l’una all’altra.
Viene da domandarsi se Caino e Abele siano il prototipo insuperabile dell’incontro: cioè l’eliminazione dell’altro
Viviamo in un tempo in cui la polemica, la contrapposizione, gli scontri, le prove di forza pervadono ogni ambiente e riempiono le cronache di ogni giornata.
La mia presenza all’inizio di questo convegno è per dire che no, non siamo fatti per litigare ma per fare alleanze, la terra non è destinata a essere un campo di battaglia e la città non è fatta per essere pericolosa.
Vengo a ricordare l’intenzione originaria del Creatore: Dio è contento di ciò che ha creato. Vide che era molto buona.
Vengo a ricordare l’intenzione originaria del Creatore: Dio ha benedetto ogni cosa creata e l’ha affidata alla coppia originaria.
Incoraggio ad approfondire la vocazione della terra e della città a essere luoghi di alleanze, invece che di scontri.
L’ipotesi che è iscritta nel titolo e nelle intenzioni di questo convegno è che il nutrire è la categoria della alleanza tra città e campagna. Nutrire è il principio che merita di essere approfondito.
A me sembra raccomandabile un percorso di saggezza e un percorso di scienza perché si possa orientare la politica.
La politica infatti non è l’arena in cui affrontarsi perché un contendente conquisti il premio battendo l’avversario, ma è la responsabilità di prendersi cura del bene comune. Per bene comune si deve intendere in primo luogo il convivere in pace.
È dunque necessario un percorso sapienziale per interpretare il tema del nutrire nelle sue ricche implicazioni superando il rapporto univoco “la campagna nutre la città” per riconoscere l’integrazione necessaria.
Si deve riconoscere il valore culturale, spirituale, economico, sociale del nutrire.
Prima di tutto in Genesi è opportuno richiamare che la creazione stessa è per nutrire l’umanità, nutrimento dato se si corrisponde all’opera di custodire il creato come dono ricevuto. (dopo aver creato l’uomo gli viene consegnato il creato: Gen 1,29 Dio disse: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo.). Una promessa che è determinante: senza dono riconosciuto non si può edificare il futuro.
Nel libro della Sapienza c’è un passaggio fondamentale:
Sap 16,24-26
24 La creazione infatti, obbedendo a te che l’hai fatta,
si irrigidisce per punire gli ingiusti
e si addolcisce a favore di quelli che confidano in te.
Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
era al servizio del tuo dono che nutre tutti,
secondo il desiderio di chi ti pregava,
26 perché i tuoi figli, che hai amato, o Signore,
imparassero che non le diverse specie di frutti nutrono l’uomo,
ma la tua parola tiene in vita coloro che credono in te.