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Carlo Maria Martini

Tre racconti dello spirito 1997-98

Milano, 8 settembre 1997

Carlo Maria Martini

18 Giugno 1997

Quasi un’autobiografia, filtrata attraverso le tracce della presenza dello Spirito santo, caratterizza la prima parte di questa lettera in cui il cardinal Martini sembra coniugare a livello comunitario il cammino proposto l’anno precedente nella regola del cristiano ambrosiano. Nel ribadire pi� volte il fatto che lo “Spirito � presente e all’opera prima di noi, pi� di noi e meglio di noi”, il Cardinale sottolinea come nell’individuazione della “giusta misura del rapporto tra il rispetto dei cammini individuali di maturazione nella libert� e il coinvolgimento collettivo caldo ed entusiasta nella comunit�” ci sia il segreto di un’azione pastorale docile all’azione dello Spirito. Dalla lettera giunge un invito alle comunit� parrocchiali, alle associazioni, ai gruppi e ai movimenti affinch� si “sottomettano volentieri e con generosit� al giudizio della Parola di Dio e si aprano al soffio dello Spirito”. Per questo il Cardinale offre un preciso decalogo per un esame di coscienza della comunit�.Di grande efficacia il riferimento alla parabola dell’amico importuno (Lc 11,5-8) nella quale il cardinal Martini individua il riferimento a chi bussa alla porta della comunit� cristiana chiedendo il pane della Parola di Dio: un gruppo o una comunit� che non si lasciasse scomodare dall’amico importuno, scrive l’Arcivescovo, non potrebbe mai dirsi aperto all’azione dello Spirito.

Anno pastorale: 1997-98