Un’occasione per scoprire le basiliche milanesi, conoscere i loro segreti e la loro storia. Ma anche per rendere gli abitanti dei quartieri cittadini più consapevoli della ricchezza artistica e culturale del capoluogo lombardo. Il progetto vincitore del Premio Combi 2012 è “Visita Teatralizzata tra le Basiliche di Milano” di Nicolò Contrino.
Laureato in Economia e gestione dei Beni culturali all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Contrino ha 27 anni e si occupa di raccolta fondi per il Piccolo Teatro di Milano. «Ho pensato di proporre questo progetto perché spesso i milanesi non conoscono il contesto in cui vivono», spiega. Ecco dunque l’idea: una visita guidata itinerante tra le basiliche della città, in cui diversi attori interpretino diversi personaggi a seconda di dove si trovano, in un percorso che si snoda da S. Eustorgio a Santa Maria presso San Satiro. «Milano, infatti, non è solo piazza Duomo -, aggiunge Contrino -. Per questo ho avuto l’idea di un itinerario che si svolgesse nel cuore della città e che magari potesse coinvolgere le comunità. Ho pensato inoltre che gli stessi cittadini, che vivono abitualmente in questi quartieri, potessero essere non solo interessati spettatori, ma anche coinvolti come testimoni ed eventualmente come attori». Secondo il progetto, dunque, le visite si potrebbero sviluppare in un’unica giornata a intervalli regolari (una ogni ora), suddivise sia alla mattina sia al pomeriggio, mentre gli attori potrebbero essere professionisti oppure gli stessi cittadini, soprattutto i giovani.
Città di business, di turismo fieristico e congressuale, di visite mordi e fuggi dove il tempo da dedicare all’arte e alla storia è sempre poco. Metropoli in cui hanno vissuto famosi personaggi, territorio a lungo dominato da popoli stranieri e sede di importanti monumenti troppo spesso sconosciuti agli stessi cittadini. Da qui l’importanza di vedere e raccontare i beni artistici e culturali di Milano in modo nuovo. Una visita in cui lo spettatore viene coinvolto attivamente e in cui date e avvenimenti siano raccontati con vivacità e note di colore: secondo uno stile che all’estero è diffuso da tempo, ma che in Italia è difficile da trovare. «Il mio obiettivo, dunque, è stato quello di riprendere da un lato la formula della Sacra rappresentazione, tanto diffusa nel medioevo, particolarmente coinvolgente e che ha sempre avuto una funzione pedagogica per lo spettatore -, spiega Contrino -. E dall’altro il teatro di strada, fatto di testimonianze quotidiane e di gente “vera”. Il tutto con contenuti storico-artistici propri e ben documentati, senza lasciare nulla all’improvvisazione».
Ma anche un modo per rendere i giovani protagonisti, nel pieno rispetto dei canoni del Premio. «Volevo creare visite pensate per la mia città, ma rivolte soprattutto ai giovani. Dare modo, insomma, alle nuove generazioni di conoscere qualcosa di nuovo sui luoghi che abitano e allo stesso tempo di diventarne protagonisti», conclude Contrino.