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13 ottobre

“Io cerco la felicità”: ne parla Giovanni Fighera a Monza

Prossimo ospite di “Spazio 11” il giornalista scrittore Giovanni Fighera, esperto di studi danteschi

13 Ottobre 2019

La Comunità pastorale SS. Trinità d’Amore di Monza organizza per domenica 13 ottobre alle 11 un incontro con Giovanni Fighera, giornalista, scrittore, insegnante presso il Pluribus (via Guerrazzi 30, Monza).
Il tema è “Io cerco la felicità. L’esperienza della vita e i grandi autori”.
L’ingresso è libero.
In allegato la locandina con maggiori informazioni.

Presentazione
Il desiderio. Questa è la chiave perché si possa affrontare il lavoro, la scuola, lo studio universitario, le amicizie, il rapporto con il fidanzato o con la fidanzata animati da quello stesso entusiasmo e da quella trepidazione che provavamo il primo giorno.
Altrimenti, come non farsi prendere dalla monotonia, dal cinismo, dal sentimento comune che tanto non cambierà mai nulla? Come si può costruire qualcosa di grande e di bello, come far sì che questa giornata, questo mese, quest’anno scolastico o lavorativo siano un’occasione di costruzione di umanità, di incontri di umanità?
Chesterton ci ricorda: «La vita è la più grande delle avventure, ma solo l’avventuriero lo scopre». Come è provocatoria questa frase in un panorama in cui l’abitudine principale è quella di lamentarsi, di vivere il lavoro e la scuola come carceri, luoghi tetri e pesanti da cui evadere o in cui stare solo se si guadagna adeguatamente o si può far carriera.
La più grande delle avventure non è il viaggio nella solitudine dell’Alaska come nel film «Into the wild», ma la vita che ora, in questo preciso istante, è data a me e a te da vivere. Come può accadere ciò?
Perché la vita sia un’avventura, bisogna recuperare la dimensione della scoperta. Sì, scoperta di sé e scoperta dell’altro, scoperta di un cuore che accomuna me e il mio collega, anche quello che non mi sta poi così simpatico, il ragazzo che si presenta per il primo giorno di scuola delle superiori  come l’insegnante che sta per andare in pensione. In questa scoperta del cuore che accomuna me all’altro che incontro, quel cuore che ci rende creati «a immagine e somiglianza» di Dio, sta la possibilità di uno sguardo misericordioso che valorizza il punto luminoso dell’altro (anche in mezzo a tanti limiti), perché spia del mistero che l’altro ha dentro.