Due mostre in due chiese del centro di Gallarate: una a san Pietro dedicata al tema dell’Expo 2015 “Cosa nutre la vita. Il cibo, l’arte sacra nel Varesotto e nel Canton Ticino”, l’altra nella chiesa di Sant’Antonio sul tema “Umano e trascendente” con l’esposizione di opere inedite del gallaratese Ambrogio Pozzi, designer internazionale. Due proposte ecclesiali in dialogo con la città.
Fino al 4 ottobre
Cosa nutre la vita: il cibo dell’anima nell’arte medievale
Dal 23 settembre la chiesa di San Pietro ospita la mostra “Cosa nutre la vita”, allestita da Centro Culturale Tommaso Moro e Decanato, attraverso tre temi dell’arte tardogotica tra Varesotto e Canton Ticino. attraverso le tre sezioni che compongono i 20 pannelli del percorso espositivo, vengono presentate le iconografie della Madonna del Latte, dell’Ultima Cena e del Ciclo dei Mesi in quanto sono le più frequentemente attestate nel territorio insubrico. La mostra sarà accompagnata anche da un incontro pubblico sul tema, che si terrà giovedi 1 ottobre 2015 ore 21 presso l’Aula Magna dell’Istituto Sacro Cuore (in via Bonomi 4 Gallarate). Tra i relatori, oltre all ‘arch. Laura Bonicalzi, una delle curatrici e al prof. Silvano Gomaraschi, vicepreside del locale Istituto professionale alberghiero, ci sarà anche il prof. Mons. Luca Bressan, Vicario episcopale nella diocesi di Milano per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale .
Fino al 18 ottobre
Umano e Trascendente: Ambrogio Pozzi per la prima volta a Gallarate
Per la prima volta, l’esposizione presenta opere inedite provenienti dalla collezione della famiglia, e analizza un aspetto inedito del famoso designer e artista gallaratese che si rapporta con il tema dell’Umano e del Trascendente.
Dal 26 settembre al 18 ottobre 2015, la chiesa di Sant’Antonio (p.zza Ponti) ospita la mostra dedicata ad Ambrogio Pozzi (1931-2012), conosciuto a livello internazionale, soprattutto per le sue collaborazioni con grandi aziende nell’ideazione e progettazione di oggetti di uso comune, a metà tra design industriale e produzione artistica. La rassegna, che giunge a tre anni dalla sua scomparsa, analizza per la prima volta un aspetto poco conosciuto del designer e artista gallaratese, ovvero il suo rapporto con l’Umano e il Trascendente, attraverso l’esposizione di circa ottanta opere, tra ceramiche, grafiche, dipinti e sculture provenienti dalla collezione privata della famiglia e si spinge fino ad approfondire la tematica sacra e religiosa, in un percorso cronologico che da Peccato Originale (1951), passa a Mani (1978), quindi a Deposizione (1951) fino a Omaggio a Giuda e Omaggio a Salomè (2011).