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5 febbraio

Dietrich Bonhoeffer a Milano

Incontro dibattito con il Prof. Christoph Schminck-Gustavus, professore emerito Storia del Diritto e Storia Sociale, facoltà di Giurisprudenza Università di Brema, autore del recente volume ‘Il processo a Dietrich Bonhoeffer’; Pietro Caccialanza, magistrato presso il Tribunale di Milano; Don Massimiliano Sabbadini, decano del Decanato Vigentino della Diocesi di Milano

1 Febbraio 2016
Dietrich Bonhoeffer

Venerdì 5 febbraio alle 21, al Centro Madonna di Fatima di Milano, incontro a 110 anni dalla nascita di Dietrich Bonhoeffer, in occasione delle celebrazioni della Giornata della Memoria.
Intervengono: Christoph Schminck Gustavus, professore emerito Storia del Diritto e Storia Sociale, facoltà di Giurisprudenza Università di Brema, Pietro Caccialanza, magistrato presso il Tribunale di Milano e don Massimiliano Sabbadini, decano del Decanato Vigentino della Diocesi di Milano
Moderatore: Oscar Magrassi, Associazione Arcobaleno Vigentino onlus Milano

La serata è organizzata in occasione della pubblicazione del recente volume ‘Il processo a Dietrich Bonhoeffer e l’assoluzione dei suoi assassini’ . Sarà eccezionalmente presente l’autore, il prof. Christoph Schminck Gustavus, uno degli storici viventi più affermati sulle vicende tedesche degli anni della II Guerra Mondiale.
Il suo ultimo libro, supportato da documentazioni inconfutabili, parla con sorprendente obiettività e franchezza degli ultimi anni di vita di uno degli eroi della resistenza antinazista: Dietrich Bonhoeffer.
In Italia la sua figura è tuttora misconosciuta, ma Bonhoeffer è stato uno dei rari teologi martiri nella storia del cristianesimo. Giovanissimo professore a Berlino, rinunciò per coerenza alla cattedra all’avvento del Nazismo (in tutta Italia solo 13 professori rifiutarono di prestare giuramento al fascismo…). Ma andò oltre: rifiutò una Chiesa come cappellania della dittatura e fondò un movimento di opposizione all’interno della Chiesa evangelica tedesca, di cui faceva parte. Bonhoeffer sarebbe potuto emigrare all’estero, ma entrato in contatto con uomini dei servizi segreti tedeschi favorevoli ad un cambio di regime, conobbe fin da subito i piani e le azioni di sterminio di Hitler. Per senso di responsabilità si impegnò in prima persona alla cospirazione per un colpo di stato. Scoperto, fu incarcerato, ma proprio nei mesi di prigionia scrisse pagine di rara fede e speranza, ora cardini del pensiero contemporaneo (non solo cristiano).