Ritorna il presepe vivente ed è tradizione che si consolida e che ci richiama al Mistero del Natale: Dio si è fatto carne, è diventato uno di noi per aiutarci a vivere non da uomini sfiduciati e rassegnati ma certi di una Presenza che ci accompagna ogni giorno, instancabilmente ogni giorno della vita, ogni anno, sempre.
A tema del trentaseiesimo Presepe di Agliate, sarà la figura di S. Giuseppe, che lungo tutto quest’ anno, in modo speciale, abbiamo meditato.
Il Presepio sarà in presenza domenica 26 dicembre a partire dalle ore 15 fino alle 18. E sarà possibile seguirlo, come lo scorso anno, anche in streaming sul sito www.presepeagliate.it
Il Santo Padre Francesco fin dallo scorso 8 dicembre 2020 ha indetto un anno particolare a Lui dedicato.
Sono passati centocinquanta anni da quando, per iniziativa di Papa Pio IX, S. Giuseppe è stato proclamato Patrono della Chiesa Cattolica. E questo fatto ha indotto anche noi a considerare più da vicino la figura di
S. Giuseppe.
Una figura grande, nel piano di salvezza, e insieme quasi nascosta, tanto da comparire pochee volte nelle pagine evangeliche, una figura che non potevamo tralasciare. Nella sua lettera apostolica “Patris Corde” il Santo Padre ha ben delineato questa verità.
” …S. Giuseppe ci ha fatto comprendere l’importanza delle persone comuni, quelle che, lontane dalla ribalta, esercitano pazienza e infondono speranza. Proprio lui è l’uomo che passa inosservato…. ma ha espresso la sua paternità nell’aver fatto della sua vita un’oblazione di sé nell’ amore posto a servizio del Messia. Giuseppe è padre nell’ obbedienza a Dio: con il suo “fiat” salva Maria e Gesù e insegna a suo figlio a fare la volontà del Padre…”
In aggiunta alle sue preziose osservazioni, che invitiamo a leggere e a ben considerare, vi offriamo alcuni spunti tratti dalla prima scena che abbiamo realizzato.
è Maria che parla…
……. anche a Giuseppe è apparso l’Angelo. In sogno.
E gli ha detto il nome di nostro figlio: si chiamerà Gesù.
Giuseppe si fida di me e mi vuole bene.
Giuseppe…mio sposo…è sempre stato un uomo discreto, inosservato, quasi nascosto.
Eppure, pensateci, il suo è un protagonismo senza pari nella storia della salvezza.
Per lui Dio ha avuto tenerezza, quella tenerezza che accoglie la debolezza degli uomini.
Ma è attraverso e nonostante la debolezza degli uomini che si realizzano la maggior parte
dei disegni divini.
Giuseppe è mio custode ed è custode di Gesù.
Custode del Mistero.
Custode del Bene futuro per tutti gli uomini.
E per questo custode di ogni bisognoso, povero, sofferente, moribondo, forestiero,
carcerato, malato, che solo in Gesù trova pace.
Vorrei che Giuseppe diventasse padre di ognuno di voi.
Invocatelo come padre.