Una cena speciale con un ospite d’onore specialissimo: Gesù stesso al quale sarà simbolicamente riservata una sedia vuota al centro della tavolata, ma presente nell’Eucarestia conservata nel tabernacolo e nel gesto di questa “cena della solidarietà e dell’amicizia” che si consumerà nel luogo in cui Lui, ogni giorno, si fa “Cena” per l’uomo.
E ciò è molto significativo e dovrebbe stroncare sul nascere ogni critica che lo “scandalo” di una cena in chiesa può suscitare.
Certo, si poteva decidere di cenare nel salone dell’oratorio come da anni si è soliti fare per la cena natalizia di solidarietà ma, all’inizio dell’Anno Santo della Misericordia, la Comunità parrocchiale, con la scelta di trasformare la chiesa in sala da pranzo per questa occasione, ha voluto dare un segno forte.
Se ci pensiamo bene… le chiese, in origine, altro non erano che le case dove i primi cristiani, ricchi e poveri, si riunivano per “spezzare il pane”, condividerlo, mangiarlo e trasformarlo nella propria vita cercando di essere… “come quel Pane”.
In quest’ottica e in questo particolare momento storico in cui, anche a causa dei recenti fatti di Parigi, tendiamo a chiuderci nelle nostre sicurezze e a guardare con diffidenza ad ogni “diverso” da noi, abbiamo scelto con questa cena di aprirci a tutti, accogliendo e abbracciando ogni povertà e piccolezza.
E questo proprio in occasione del Natale in cui Dio stesso si fa, in Gesù, “il più piccolo dei piccoli”.
Innanzitutto saranno invitati, grazie anche all’aiuto della Caritas, in forma anonima e discreta, quei “piccoli” che sono le famiglie, italiane o straniere, di qualunque credo religioso, che per mancanza di lavoro o per altre cause, stanno vivendo momenti di difficoltà di tipo economico ma anche di integrazione.
Avranno voce pure quei “piccoli” che subiscono prevaricazioni e violenze a causa della guerra. Durante la cena, infatti, un profugo siriano racconterà la propria esperienza di fuggitivo da una guerra sempre più devastante e ci sarà un collegamento via Skype con il Parroco cattolico di Aleppo, in Siria.
Ma le piccolezze, le povertà, le fragilità che vogliamo accogliere sono anche quelle presenti, in modo e misura diversi, in ciascuno di noi in quanto uomini. Auspichiamo infatti che questa esperienza di condivisione e convivialità diventi occasione per rafforzare le nostre relazioni e imparare sempre meglio il valore della solidarietà e l’importanza del farsi carico gli uni degli altri.
Oltre ai due momenti forti di riflessione segnalati, la serata, il cui ricavato sarà devoluto interamente alla Caritas di Borsano, vedrà la presenza di un gruppo di zampognari che regalerà, con le proprie musiche, la classica atmosfera natalizia e, inoltre, l’estrazione di numerosi premi farà felici molti, bambini e non solo.
Questa cena costituisce una sfida per la nostra Comunità: la sua riuscita sarà la misura della concretezza della nostra fede nell’esercizio della Carità.
Consapevoli di ciò, già da molto tempo i volontari delle cinque Contrade e della Caritas parrocchiale si stanno adoperando con impegno ed entusiasmo,coinvolgendo anche tanti giovani, per organizzare tutto al meglio in modo che questa cena risulti indimenticabile e che, soprattutto, porti quei frutti che da una “Cena con Gesù” è logico aspettarsi.
Lui, presente fra noi e in noi, non farà di certo mancare alla nostra Comunità i Suoi “segni”.
A noi “vederli” e “farli lievitare”!!!