di don Paolo ALLIATA
e don Claudio STERCAL
«Davvero per me è stato determinante venire avviata a una lettura continuata e completa del Nuovo Testamento. Ho potuto misurare l’abisso di ignoranza e quindi di superficialità in cui stavo sprofondata, ferma come ero ai primi iniziali apprendimenti adolescenziali e agli spicchi di testo raccolti qua e là attraverso letture discontinue. […] Già da sola avevo avvertito il bisogno di ritornare al Nuovo Testamento, una volta terminata la lettura dei Profeti, per meditarlo più direttamente in rapporto alla mia personale situazione di vita. È quindi con vero piacere che ho appreso che l’esperienza viene riproposta; sapere che sullo sfondo vi è un gruppo di persone, che non conosco ma sento esistere, incamminate con me, mi aiuterà».
Sono le parole con cui una signora, a conclusione della lettura continuata dei Profeti un capitolo al giorno, accoglie grata l’opportunità di venire accompagnata anche nella lettura progressiva del Nuovo Testamento.
L’avventura di lettura quotidiana (ri)parte il giorno di Natale. È aperta a chiunque abbia desiderio di accogliere luce e calore dalla Scrittura, e in particolare dai testi dei Vangeli, delle Lettere, fino alla Apocalisse (vedi qui la locandina). Chi desidera prender parte all’avventura può iscriversi a questo form: riceverà regolarmente una breve mail settimanale di accompagnamento alla lettura, e altro materiale più saltuario per semplici affondi esegetici e sapienziali.
Lettori anche in Argentina
Nato dall’intuizione di don Claudio Stercal, docente di Teologia spirituale, e sposata negli ultimi anni dal Servizio diocesano per l’Apostolato biblico, l’iniziativa è andata maturando sul campo e ha raggiunto luoghi lontani (si segnalano lettori appassionati anche in Argentina), compiendo il suo quinto anno di vita.
A partire dal 25 dicembre si ricomincia il ciclo di lettura. Il cammino è del tutto personale: ognuno troverà il suo modo di procedere, privilegiando il mattino o la sera, la camera da letto o la cappella, per aprirsi all’accoglienza di queste parole vivificanti e antiche.
Una luce che illumina il buio
Vien da pensare a quel passo di un romanzo di Erri de Luca, Montedidio. Montedidio è il nome di un quartiere povero di Napoli. Nel dopoguerra un tredicenne fa gradualmente conoscenza con Rafaniello, un rabbino sfuggito all’uragano nazista, che si è messo sulla via per Gerusalemme, si è fermato a Napoli per un po’ e ha cominciato a riparar le scarpe ai i poveri. A un certo punto si racconta della sua stanzetta:
Dove sta lui di casa, una camera che era un ripostiglio, non c’è luce elettrica. La sera accende una candela. La poggia su una sedia, dice che deve stare bassa perché la luce vuole salire. Dice pure che la candela illumina il buio, non lo scaccia. Al fuoco dello stoppino il bicchiere di vino nel vetro piglia luce dentro, l’olio splende, il pane sente il fuoco e si mette a profumare. Che altro vi mangiate, chiedo. La cipolla, dice, quant’è bella vicino alla candela, viene voglia di baciarla anziché di tagliarla. Poi ci mette l’origano, il sale luccica mentre lo fa cadere dal pizzico di dita sul piatto davanti al lume. Mentre dice queste cose conosciute mi capacito che non le ho ancora viste sotto una candela. Sembrano più buone. Sono sostanziose, gli basteranno per volare a Gerusalemme. (Erri De Luca, Montedidio)
La stanza dove vive Rafaniello è come il mondo intero, è come la nostra vita. Il regno delle luci e delle ombre. E la candela di Rafaniello è come la fiamma delle Scritture. La candela illumina il buio, non lo scaccia. Alla luce del Vangelo, della vita di Gesù di Nazareth e del racconto che ne tiene viva la memoria tra di noi, le cose ovvie diventano davvero se stesse, sembrano più buone. Anzi, di più: rivelano la loro bontà ancora non riconosciuta.
La dimensione religiosa della vita vuole accompagnare dentro la sconosciuta misteriosa bontà delle cose di ogni giorno. Per questo leggiamo e rileggiamo le grandi pagine bibliche: il loro calore non si è attenuato, né la loro luce si è spenta. Non è venuto meno il nostro bisogno della Parola che ci apre gli occhi.
Buon cammino!