La consacrazione secolare è paradigma di un nuovo modo di vivere da laici nel mondo: laici capaci di scorgere i semi del Verbo dentro le pieghe della storia, impegnati ad animarla dall’interno come lievito, capaci di valorizzare i germi di bene presenti nelle realtà terrene come preludio del Regno che viene, promotori dei valori umani, tessitori di relazioni, testimoni silenziosi e fattivi della radicalità evangelica. Diceva San Paolo VI: «Se rimangono fedeli alla loro vocazione propria, gli Istituti Secolari diverranno quasi il “laboratorio sperimentale” nel quale la Chiesa verifica le modalità concrete dei suoi rapporti con il mondo».
«La consacrazione secolare è una vocazione, e una vocazione esigente. L’approvazione degli Istituti secolari da parte di Pio XII con la Provida Mater Ecclesia è stata una scelta rivoluzionaria nella Chiesa, un segno profetico. E da allora è tanto grande il bene che voi fate alla Chiesa, dando con coraggio la vostra testimonianza nel mondo» (Papa Francesco, Roma, 22.4.2023).
A 75 anni dalla promulgazione del Motu proprio «Primo Feliciter» (12 marzo1948), il documento che precisa e completa la Provida Mater Ecclesia, un’occasione per riflettere sull’attualità di questa vocazione è rappresentata dalla giornata di studio sul tema «Fedeltà a Dio, all’uomo e alla storia: la nostra ragione d’essere», in programma a Milano, presso il Centro Missionario Pime (via Monterosa 81), sabato 23 settembre dalle 9 alle 16. Nel programma della giornata (vedi qui), alle 10 un intervento introduttivo dell’Arcivescovo, che poi alle 12 presiederà la celebrazione eucaristica presso la chiesa del Pime.
Con Primo Feliciter (che riconobbe gli Istituti secolari come una nuova forma di consacrazione) si precisa che «si deve tener presente che ciò che forma il carattere proprio e specifico di questi Istituti cioè la secolarità, in cui risiede tutta la loro ragione d’essere, sia sempre e in tutto messa in evidenza. Nulla si deve togliere dalla piena professione della perfezione cristiana, saldamente fondata sui consigli evangelici, e veramente religiosa nella sostanza, ma la perfezione si deve esercitare e professare nel mondo, e perciò si deve accomodare alla vita secolare in tutto ciò che è lecito e che si può accordare coi doveri e le pratiche della stessa perfezione» (Primo Feliciter, n.5).
Secolarità e consacrazione
Lo Spirito Santo, artefice mirabile della varietà dei carismi, ha suscitato nel nostro tempo nuove espressioni di vita consacrata: gli Istituti secolari, i cui membri intendono vivere la consacrazione a Dio nel mondo attraverso la professione dei consigli evangelici nel contesto delle strutture temporali, per essere così lievito di sapienza e testimoni di grazia all’interno della vita culturale, economica e politica. Attraverso la sintesi, che è loro specifica, di secolarità e consacrazione, essi intendono immettere nella società le energie nuove del Regno di Cristo, cercando di trasfigurare il mondo dal di dentro con la forza delle Beatitudini.
«Secolarità» indica il permanere dei membri degli Istituti secolari nel mondo, fra gli uomini del loro tempo, dei quali condividono condizioni, istanze, professioni… Consapevoli di dover «cambiare il mondo dal di dentro» (Giovanni Paolo II), collaborano con lo Spirito a illuminare e ordinare le cose temporali al progetto di Dio in Cristo, perché tutto sia a lode e gloria della sua grazia.
La spiritualità del lievito
La Chiesa è luce che deve illuminare visibilmente il mondo e il rapporto fra Chiesa e mondo è quello del lievito nella pasta: essa cioè è chiamata a immergersi nel mondo, vivendo e operando dove stanno gli uomini e dentro la loro storia, per farli fermentare secondo lo spirito del Vangelo.
Lo specifico degli Istituti secolari è quello di richiamarsi a questa spiritualità del lievito che, pur essendo propria di tutta la Chiesa, è vissuta da essi in modo peculiare. Anche la secolarità è propria di tutta la Chiesa, ma la passione per il mondo e il totale impegno per il mondo dei membri degli Istituti secolari intende esprimerla in modo specifico. Così essi costituiscono un segno vivente e una sollecitazione permanente per tutta la Chiesa, perché tutta sia nel mondo e per il mondo.
I membri degli Istituti secolari portano a pienezza la propria specifica vocazione laicale, collaborando con tutti gli uomini come operatori di storia e per la costruzione del Regno. Condividendo le ordinarie condizioni degli uomini del loro tempo, i laici consacrati partecipano pienamente all’opera di evangelizzazione propria di tutti i laici. «Sono chiamati a contribuire, quasi dall’interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l’esercizio del proprio ufficio» (LG 31). Per questo scopo fanno di tutta la loro esistenza una missione permanente ovunque vivano e ovunque siano inseriti: famiglia, professione, strutture socio-politiche. Il comune carisma è poi ulteriormente arricchito da quello tipico del proprio Istituto.
In continuità con il convegno dello scorso anno, il 23 settembre Ciis, Usmi e Cism si incontrano per riflettere sull’attualità di questa vocazione aiutati da due relatori che metteranno in risalto aspetti particolari della secolarità.
Per favorire l’organizzazione, è richiesta l’iscrizione online entro il 20 settembre compilando questo form. Quota di partecipazione: 20 euro da versare la mattina del convegno.