Con il riavvio della celebrazione dei sacramenti, la Diocesi indica alcuni protocolli di comportamento. Ne parliamo con il cancelliere arcivescovile, monsignor Marino Mosconi.
Quale il senso complessivo di tali comunicazioni?
Il senso è quello che emerge con evidenza dall’attuale situazione sanitaria che, pur nella difficoltà di prevedere i futuri sviluppi, sembra destinata a persistere per un tempo non breve ed esige di conseguenza l’individuazione di modalità adeguate per vivere anche in un simile contesto la vita di fede personale e comunitaria. Le indicazioni che vengono progressivamente fornite, disponibili sul portale della Diocesi nella pagina riservata all’Avvocatura, vogliono quindi rassicurare sia i fedeli sia i ministri circa la possibilità di vivere i momenti sacramentali in condizioni di ragionevole sicurezza rispetto alla pandemia in corso. Tali indicazioni vengono dall’attenta lettura delle disposizioni civili, nazionali e regionali, in materia, nonché da quanto proposto dalla Cei e sono attentamente confrontate con gli esperti, in particolare corre l’obbligo di ringraziare per questo l’Ats di Milano. Ovviamente la natura stessa di tali disposizioni esige che esse vengano attentamente dettagliate, ma sempre nel rispetto della natura propria dei gesti sacramentali e dell’atteggiamento sereno e devoto con cui devono essere celebrati. Che questo sia possibile ne è testimone anche la memoria storica delle disposizioni date a suo tempo dal beato card. Andrea Carlo Ferrari (ovviamente con i limiti delle conoscenze sanitarie del tempo) per regolare attentamente la vita sacramentale della Chiesa ambrosiana in presenza della cosiddetta “influenza spagnola”.
Relativamente al sacramento della Cresima, chi può conferirla?
Le disposizioni del mese di maggio, che rinviavano la celebrazione del sacramento della Confermazione per i ragazzi, le numerose celebrazioni di tale sacramento già previste per il mese di ottobre e la riduzione del numero di fedeli che possono accedere alle chiese, creano per i prossimi giorni il bisogno di individuare un numero particolarmente elevato di ministri. Pur nella consapevolezza del fatto che la Chiesa latina riserva tale compito ai Vescovi (ministri ordinari) e considerando il fatto che la Chiesa ambrosiana, per la sua peculiare dimensione, ha affidato tale compito anche ad alcuni presbiteri che hanno un peculiare rapporto con la responsabilità del Vescovo diocesano (ministri straordinari ma stabilmente costituiti), è stato pertanto necessario stabilire regole di eccezione, comunicate con una nota del Viario generale diffusa in occasione della Messa Crismale del 28 maggio 2020. In concreto ogni parroco, tenendo conto della necessità di limitare per quest’anno la partecipazione a tali celebrazioni ai soli stretti familiari, è invitato a stabilire un calendario delle Cresime e a comunicarlo, precisando il numero di cresimandi, a una segreteria diocesana (cresime@diocesi.milano.it) tre settimane prima della data stabilita. In assenza dei ministri precedentemente indicati potrà essere incaricato della celebrazione il decano o, nell’indisponibilità anche del decano, lo stesso parroco: non essendo ministri stabilmente costituti tutti costoro devono ricevere mediante decreto la prescritta facoltà, in assenza della quale si dovrebbe considerare la non validità della celebrazione (can. 882). Ovviamente i parroci si rendono in tal modo disponibili in modo eccezionale a un servizio per il bene delle comunità loro affidate e non faranno uso di alcuna insegna.
Come si svolgono, nel concreto, i gesti?
I gesti sono quelli stabiliti dai libri liturgici e dalle disposizioni diocesane, cui si aggiunge nella situazione attuale il protocollo indicato dall’Avvocatura. In concreto si prevedono le consuete attenzioni circa la partecipazione a un evento collettivo (verifica delle condizioni sanitarie prima della celebrazione, rispetto del distanziamento sociale, adozione dei dpi, sanificazione degli ambienti), cui si aggiungono alcune attenzioni specifiche per la Cresima: l’igienizzazione delle mani del ministro, il gesto di accompagnamento del cresimando da parte del padrino limitato al momento del sacramento, lo scambio della pace del ministro col cresimato solo in forma verbale. Per quanto riguarda l’atto della crismazione, evitando il contatto fisico tra ministro e cresimando, si seguono le indicazioni della Cei che richiede l’adozione di “un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando”. Siccome molte domande sono giunte su come concretizzare quest’ultima indicazione, si suggerisce l’adozione di bastoncini cotonati (detti comunemente cotton fioc), che lasciano in evidenza il solo gesto della mano che traccia la croce con Sacro Crisma sul capo del cresimando e richiedono una quantità limitata di olio. L’indicazione del fatto che si tratti di bastoncini biodegradabili (facilmente reperibili anche sui maggiori siti di acquisti online) è funzionale al fatto che devono essere poi combusti, come richiesto quando si tratta dei santi oli. L’insieme delle indicazioni può apparire piuttosto dettagliato, ma questo è in qualche modo necessario, data la pluralità dei ministri, le legittime preoccupazioni di questi giorni rispetto alla condizione sanitaria dei ragazzi (in ragione della riapertura delle scuole) e la complessità di amministrare in sicurezza sanitaria un sacramento che esige peculiari gesti di prossimità; in ogni caso l’Avvocatura, particolarmente per il tramite del coordinatore operativo, don Michele Maria Porcelluzzi, è sempre pienamente disponibile per ogni chiarificazione o per affrontare qualsiasi problematica che dovesse emergere. La speranza è quella che, questo come altri protocolli, pur ponendosi con esigenza, diano serenità rispetto a qualsiasi legittima preoccupazione e restino semplicemente sullo sfondo della preoccupazione principale che è quella di vivere con verità l’incontro con il soffio vivificante e confortante dello Spirito Santo.