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24 ottobre

Potenza e romanticismo: un’intera orchestra per Vidas

L’orchestra dell’Accademia Nazionale di santa Cecilia e il talento della violoncellista Sol Gabetta diretti dal grande Mikko Franck per un concerto straordinario a sostegno del progetto Casa Sollievo Bimbi

24 Ottobre 2018

Grandi protagonisti al Teatro dal Verme di Milano per la serata di beneficenza organizzata da Vidas a sostegno del progetto Casa Sollievo Bimbi con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il suo Direttore Ospite Principale, Mikko Franck, che salirà sul podio per dirigere la compagine romana nella tappa milanese del tour europeo al mercoledì 24 ottobre alle ore 21.
Solista d’eccezione Sol Gabetta, violoncellista di rara grazia e dall’eccellente percorso sia nelle esecuzioni orchestrali che in quelle cameristiche.
Il concerto si apre con l’assoluta potenza melodica dell’ Ouverture Fantasia dal Romeo e Giulietta di Pëtr Il’ič Čajkovskij e prosegue con la ricchezza orchestrale del Concerto per violoncello n.1 in la minore op. 33 di Camille Saint-Saëns.
La seconda parte del programma vede impegnati l’Orchestra e il suo direttore nella Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 43 di Jean Sibelius, composta a Rapallo e la più popolare tra quelle del compositore finlandese, perfetto evocatore di suggestivi paesaggi nordici.
Mikko Frank, uno dei direttori più giovani e interessanti del panorama contemporaneo vanta la direzione e collaborazione con orchestre del calibro dei Berliner Philharmoniker e della Cleveland Orchestra e dal 2017 è Direttore Ospite Principale dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Per Vidas la raccolta fondi è finalizzata a concludere la costruzione di Casa Sollievo Bimbi, struttura che potrà accogliere, in degenza e day hospice, i pazienti minori di età con le loro famiglie, a completamento del servizio per le cure palliative pediatriche già attive al domicilio dal 2015 con una équipe dedicata.
La serata è resa possibile grazie al sostegno di Falck Renewables, Elesa e di 18 Montenapoleone Real Estate, Arca, Banca Passadore & c., Florim. Istituzioni vicine e patrocini da Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano. Media partner Lifegate, Suonare News, Radio Classica.
Biglietti con quote di sottoscrizione da 20 a 150 euro.

Per prenotazioni e informazioni:
segreteria.eventi@vidas.it oppure telefonando allo 02.72511.211/209

Vidas garantisce un’assistenza socio-sanitaria completa e gratuita ai malati terminali, a domicilio e nell’hospice Casa Vidas: degenza e day hospice. Oltre 32 mila i malati assistiti in 36 anni di attività in Milano, Monza e 112 Comuni. Un’assistenza offerta 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, da proprie équipe socio-sanitarie (composte da 70 figure professionali, specializzate in Terapia del Dolore e Cure Palliative, tutte retribuite dall’Associazione) e da volontari, selezionati e formati per l’accompagnamento e il sostegno del malato e della sua famiglia. Vidas difende il diritto del malato a vivere anche gli ultimi momenti di vita con dignità.
Sito: www.vidas.it – Blog: www.noidividas.it

Il concerto: gli interpreti e la proposta musicale 
L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata la prima in Italia a dedicarsi esclusivamente al repertorio sinfonico. Dal 1908 a oggi l’Orchestra ha tenuto circa 15.000 concerti collaborando con i maggiori musicisti del secolo: è stata diretta, tra gli altri, da Mahler, Debussy, Strauss, Saint-Saëns, Stravinskij, Sibelius, Hindemith, Toscanini, Furtwängler, De Sabata, Carlos Kleiber e Karajan. I suoi direttori stabili sono stati Bernardino Molinari, Franco Ferrara, Fernando Previtali, Igor Markevitch, Thomas Schippers, Giuseppe Sinopoli, Daniele Gatti e Myung-Whun Chung. Dal 1983 al 1990 Leonard Bernstein ne è stato il Presidente Onorario; dal 2005 Antonio Pappano è il Direttore Musicale. Grazie a Sir Antonio Pappano, il prestigio dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha avuto uno slancio straordinario, ottenendo importanti riconoscimenti internazionali. Con Pappano, l’Orchestra e il Coro sono stati ospiti dei maggiori festival: Proms di Londra, Festival delle Notti Bianche di San Pietroburgo, Festival di Lucerna, Festival di Salisburgo, e delle più prestigiose sale da concerto, tra cui Philharmonie di Berlino, Musikverein e Konzerthaus di Vienna, Concertgebouw di Amsterdam, Royal Albert Hall di Londra, Salle Pleyel di Parigi, Scala di Milano, Suntory Hall di Tokyo, Semperoper di Dresda e Carnegie Hall di New York.

Mikko Franck è, dalla stagione 2017-2018, il nuovo Direttore ospite principale dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Finlandese, classe 1979, ha iniziato la carriera a 17 anni e da allora è stato ospite dei maggiori teatri e salito sul podio delle orchestre più prestigiose. Dal settembre 2015 è direttore musicale dell’Orchestre Philharmonique de Radio France. Nel corso di questa stagione con l’orchestra francese si esibirà a Berlino, Bonn, Colonia, Dresda, Düsseldorf, Amburgo, Hannover, Monaco di Baviera e Vienna, mentre nel marzo 2019 sono previsti concerti in Spagna.
Lo scorso dicembre ha diretto la Cleveland Orchestra e a gennaio 2018 i Berliner Philharmoniker.

Sol Gabetta
Argentina, classe 1981, ha debuttato all’età di 13 anni al Teatro Colón di Buenos Aires, in un concerto per prodigi definiti “geni del secolo XXI”.
La sua carriera internazionale è iniziata nel 2004, quando ha ottenuto il prestigioso premio “Crédit Suisse Young Artist Award” dopo aver suonato con l’Orchestra filarmonica di Vienna diretta da Valery Gergiev. Numerosi i riconoscimenti, fra i quali il premio Natalia Gutman per la migliore interpretazione musicale nell’ambito del Concorso internazionale Čajkovskij di Mosca, e un premio al concorso ARD di Monaco di Baviera. Come concertista interpreta il repertorio classico, romantico e moderno, in particolare opere del XX secolo, come i concerti di Bohuslav Martinů o Samuel Barber.

Ouverture-fantasia in si minore da Romeo e Giulietta di P.I. Cajkovskij
Il linguaggio musicale di Cajkovskij non ha mai aspirato ad allargare i confini delle forme stabilite e, assecondando il proprio naturale tradizionalismo, l’ouverture gli forniva una situazione drammaturgica ideale per costruire una classica pagina da concerto. La vicenda di Romeo e Giulietta si riduce nella sua versione a due elementi drammatici contrastanti, che racchiudono tutta la tragedia: la violenta faida feudale tra Capuleti e Montecchi, che si esprime nel nodoso tema dell’Allegro giusto, un secco fascio di ritmi e sincopi inchiodato fino alla fine alla tonalità di si minore, opposto al tema dell’amore, “dolce ma sensibile” come recita l’indicazione espressiva della partitura, che fluttua in varie tonalità fino a consumarsi nell’estenuata e sublime apparizione finale, nella coda, sospesa in un etereo si maggiore scandito da liquidi arpeggi dell’arpa. Una morte voluttuosa, quella degli amanti, certificata dal drammatico epilogo affidato a un estremo ritorno del tema principale, che sembra piombare sul corpo esanime dei due infelici rampolli come una pietra tombale. La realtà, sembra concludere l’autore, avrà sempre la meglio sul sogno d’amore.
Costruita come un ampio movimento di Sonata, con un’introduzione in Andante e un’appendice che funge da reminiscenza del dramma, quest’ampia pagina orchestrale, classicheggiante nella struttura, la grande bellezza del lavoro consiste soprattutto nella schiacciante forza dell’invenzione melodica, concentrata nell’irresistibile frase d’amore che costituisce il cosiddetto secondo tema. Cajkovskij si limitava forse a sviluppare una sola idea, ma con straordinaria potenza espressiva.

Sinfonia n. 2 in re maggiore, op. 43 di Jean Sibelius
Composta nel 1901, durante un soggiorno a Rapallo, ed eseguita per la prima volta l’8 marzo 1902 a Helsinki, ha subito suscitato larghi consensi per la vigorosa pregnanza sonora, di gusto più classico che romantico, nel rispetto della tradizione beethoveniana (almeno, secondo il critico musicale Karl Flodin, profondo conoscitore di Sibelius). La sinfonia si impone all’ascolto per la naturalezza e immediatezza tematica. Caratteristiche in questo Allegretto iniziale le larghe distese melodiche dei fiati che poi sfociano in uno scherzo vivace e brillante. Il secondo movimento si apre con un pizzicato dei contrabbassi e dei violoncelli a sostegno di una frase malinconica e lamentosa dei fagotti, che si dice ispirata da riflessioni sul Don Giovanni e il Convitato di pietra, ossia la morte. Man mano il clima musicale si infittisce, sospinto da un tema ampio e solenne degli archi, il canto si allarga e si distende, sino ad assumere alla fine una maggiore concentrazione espressiva. La sezione di sviluppo è quanto mai variegata nelle soluzioni timbriche e la ripresa prolungata e ad ampio respiro della frase fondamentale avvia l’apoteosi finale, nello stile del Sibelius più maturo.

Concerto per violoncello n.1 in la minore op. 33 di Camille Saint-Saëns
Il Concerto n. 1 in la minore, per violoncello e orchestra è una persuasiva dimostrazione dello stile medio, chiaro e felicemente eclettico, elaborato, ricco, eloquente, patetico, di Camille Saint-Saëns, musicista dall’ingegno forte e multiforme, prolifico, irrequieto, sperimentale. Scritto nel 1873, è concepito in un tempo unico o meglio in tre parti da eseguirsi senza interruzione (come il Concerto per violino di Mendelssohn e il Concerto per violoncello di Schumann, anche questo in la minore) e in forma ciclica, cioè con ripresa di alcuni temi dalla prima parte nelle successive. Ma non basta, ché ad accrescere l’impressione di un’invenzione melodica continua, rapsodica, e libera dalla tradizionale forma tripartita (Allegro – Adagio – Allegro), i tre tempi, diversi nelle durate, sono suddivisi in episodi minori di attitudine espressiva molto varia, secondo una dialettica di “contenuti” per contrasto.Se l’alterazione dell’architettura sinfonica verso una forma creata caso per caso, poematica, improvvisata in apparenza, era ormai una consuetudine, il Concerto di Saint-Saëns ne è esempio riuscito. Ed è molto efficace la preminenza assoluta che Saint-Saëns ha assegnato al solista, per la presentazione dei motivi e per l’esibizione del virtuosismo, sì che questo, alla fine, è un Concerto non tanto “per violoncello e orchestra” quanto “per violoncello con un’orchestra”.