Venerdì 9 febbraio a Milano appuntamento con “Parole a scuola”, giornata formativa per insegnanti della scuola primaria o secondaria di primo e secondo grado promossa dall’ATS Parole O_Stili (formata dall’Associazione Parole O_Stili, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo) in collaborazione con il MIUR.
Sarà una giornata di formazione gratuita sul tema delle competenze digitali e dell’ostilità nei linguaggi che vedrà presenti in Università Cattolica, a Milano, circa 2.000 insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado provenienti da tutto il territorio nazionale.
Durante la giornata si svolgeranno oltre 30 tra lezioni frontali, panel e workshop interattivi della durata di 50 minuti. Questi verranno preceduti da un momento di assemblea plenaria, a cui parteciperà anche la Ministra della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli che illustrerà la ricerca “EU Kids Online per Parole O_Stili” su rischi e opportunità di Internet per bambini e ragazzi, condotta dall’OssCom (Centro di ricerca sui media e la comunicazione) dell’Università Cattolica.
A questo link il programma della giornata: http://paroleostili.com/parole-a-scuola-il-programma/
L’iniziativa è una risposta concreta al bisogno di affrontare le tematiche dell’ostilità in rete attraverso strumenti d’azione.
Il progetto
Le parole hanno un potere grande: danno forma al pensiero, trasmettono conoscenza, aiutano a cooperare, costruiscono visioni, incantano, guariscono e fanno innamorare. Ma le parole possono anche ferire, offendere, calunniare, ingannare, distruggere, emarginare, negando con questo l’umanità stessa di noi parlanti. Ecco perché dobbiamo usare bene e consapevolmente le parole, sia nel mondo reale sia in Rete. Se è vero che la Rete e i social network sono luoghi virtuali dove si incontrano persone reali, dobbiamo domandarci chi siamo e come vogliamo vivere e comunicare anche mentre abitiamo questi luoghi.
Parole O_Stili ha l’ambizione di essere questo: un’occasione per ridefinire lo stile con cui stiamo in Rete e per responsabilizzarci a scegliere con cura le parole che usiamo, proprio perché “le parole sono importanti”.