Proseguendo nell’impegno, che è diventato una tradizione di quest’ultimo decennio, per ricordare il poeta dugnanese Giosafatte Rotondi (1890-1970), l’associazione “Fera de Dugnan” propone in questo mese di luglio dei momenti in occasione del 45° anniversario della morte (11 luglio) dell’illustre concittadino.
Sabato 11 è stata fatta memoria del 45° anniversario della morte di Giosafatte Rotondi durante la santa Messa nella chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso in Dugnano; subito dopo una delegazione della associazione “Fera de Dugnan” si è recata presso la tomba della famiglia Rotondi, nel cimitero di Dugnano, dove ha deposto un vaso di fiori.
Prossimo appuntamento, è per domenica 26 luglio con una “Serada in poesia e musica”. L’appuntamento, giunto quest’anno alla XI edizione, avrà luogo nel cortiletto di ingresso del parco, situato nel complesso del centro parrocchiale “Paolo VI”, in via Grandi 12, che corrisponde a quella “Villa Irma” che fu residenza della famiglia Rotondi sino alla morte delle ultime sorelle di Giosafatte, Elviretta ed Emilia, le quali lasciarono l’immobile alla Parrocchia di Dugnano, quando era parroco don Giovanni Invernizzi (1971-2001); perciò questo edificio è più noto come “Villa Rotondi”.
L’idea di proporre una serata con la declamazione di poesie – di Rotondi ed altri autori – accompagnate da canzoni (soprattutto in milanese) ci venne dieci anni fa quando, in occasione del 35° anniversario della scomparsa del Poeta, vennero ristampate le sue poesie edite (volumi ‘Sti mè versari e La vos), per la prima volta accompagnate da traduzioni in italiano, a loro volta fatte e lasciateci “in eredità” dal compianto Carlo Santambrogio, già sindaco di Paderno Dugnano negli anni Cinquanta del secolo scorso. Carlo fece questo atto di omaggio verso il concittadino, che aveva conosciuto bene e che aveva avuto al fianco nel locale Cln (Comitato di liberazione nazionale), durante la Resistenza al termine della Seconda guerra mondiale.
Questo legame ci fa immediatamente collegare con il tema scelto dalla associazione e da “I amis de El nost paes” – gruppo che cura l’esecuzione dei brani poetici e musicali – per la Serada del 26 luglio 2015, ossia la ricorrenza del 70° anniversario della Liberazione.
Giosafatte Rotondi è autore ispirato da vari temi (natura, famiglia, fede in Dio, politica) e di grande finezza stilistica, tanto che venne apprezzato dall’amico Delio Tessa, di cui lo scorso anno ricorse il 75° anniversario della morte, che abbiamo evidenziato nel trattenimento del luglio 2014, riproposto pure in novembre, sempre presso il centro parrocchiale.
E qui va sottolineata la determinante collaborazione per queste iniziative della Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso e dei suoi parroci, dapprima don Giacomo Tagliabue (2001-2014) e adesso don Luca Andreini, che hanno convintamente aderito ad una proposta culturale di livello, in linea con l’impegno sociale e culturale che una parrocchia ha, collegato alla propria missione religiosa e pastorale.
La proposta annuale che riguarda Giosafatte, così come altre che possono essere fatte sul tema della lingua milanese, intende non soltanto intrattenere il pubblico con una formula simpatica, e della quale possono fruire anche i non “milanesi doc”, ma anche far conoscere la figura di un uomo di valore, non solo letterario, che ancor oggi può lasciarci un messaggio ed un esempio. Nato il 31 gennaio 1890, avvocato, industriale, ufficiale di complemento delle Batterie a cavallo, sportivo ed in particolare amante della montagna (d’estate e d’inverno) nonché presidente della sezione Cai cittadina nel dopoguerra, Rotondi per circa trent’anni (1929-60) fu alle dipendenze del Comune di Milano dove divenne Capo ripartizione occupandosi soprattutto dei Servizi demografici. Scrisse numerose poesie, di varia lunghezza e metrica, in dialetto – o meglio lingua – milanese, di cui un centinaio sono state raccolte nei due volumi già citati: ‘Sti mè versari del 1946 e La vos del 1961, quest’ultimo vincitore della sezione Vernacolo del Premio Gastaldi di poesia su 651 concorrenti.
Il trattenimento, infine, terrà conto anche della festa dei nonni, che la tradizione cristiana celebra appunto il 26 luglio, memoria liturgica dei santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria e quindi nonni di Gesù.