Giovedì 17 maggio alle 17.30, presso la Libreria San Paolo di Milano (via Pattari 6, Milano), si terrà la presentazione del libro “Peccati di senso. Parole logore e riflessioni abusate nel sentire comune” di Vittorio Robiati Bendaud, pubblicato dalle Edizioni San Paolo.
All’evento, oltre all’autore, interverranno:
– Giovanni Gazzaneo, giornalista;
– Myrna Chayo, docente universitaria di lingua araba;
– Mons. Luigi Nason, biblista e studioso del Giudaismo, impegnato nel dialogo ebraico – cristiano.
L’ingresso è libero.
Il libro
Le pagine di questo volume si snodano tra Bibbia e letteratura, tra pensiero ebraico e percorsi poco frequentati di storia contemporanea, tra paradossi e smascheramenti, per una serie di riflessioni dissonanti, legate ad alcune parole chiave e dal sapore attuale: peccato, materialità, corporeità, genocidio e poche altre ancora. Sollecitato dal pressante pungolo del presente, eppur sempre legato al passato, l’autore si prefigge di entrare in alcuni “luoghi” del pensiero, sia per riappropriarsene sia per assumerne le difficoltà.
Disagio, inadeguatezza, fragilità e fallibilità segnano la sensibilità contemporanea. Tuttavia, forza e intraprendenza, verità e dignità non sono per questo avvolte da impenetrabile caligine, ma invitano a una ricerca che possegga la tecnica e la tenacia del rabdomante. Le riflessioni che si incontrano, talora provocatorie talora venate di esistenzialismo, si nutrono sia di Oriente sia di Occidente, anche a fronte della biografia familiare dell’Autore. Non è quindi casuale che vi possano essere strappi, aporie o silenzi. Emerge un fil rouge costante che diviene quasi preghiera: mai negare il reale, mai dimenticare che la nostra vita è estremamente concreta e che noi necessitiamo di fisicità e concretezza.
Si può, in un certo senso, dire che il peccato più grave del nostro tempo è costituito dalla crisi del senso del peccato, il non attuarsi cioè nella coscienza della percezione della sua gravità, o addirittura dalla sua totale vanificazione.
Vittorio Robiati Bendaud è figlio della generazione degli anni ’80. Laureato in filosofia e appassionato di storia e letteratura, da anni si impegna nel dialogo ebraico-cristiano a livello internazionale. È stato allievo del rabbino Giuseppe Laras, uno dei grandi intellettuali italiani dei nostri giorni e una delle voci rabbiniche più autorevoli di Europa.
Discendente di italiani e di ebrei di Libia, è legato indissolubilmente a entrambi i mondi.