Piaccia o no, Legnano è sempre più una città aperta e multiculturale. Aperta perché attraversata da flussi di persone, affari, scambi, culture, eventi che entrano ed escono da una città sempre meno città dormitorio e sempre più “centro” di un territorio vasto (gli 11 comuni del Legnanese). Multiculturale, perché i cittadini stranieri registrati in anagrafe sono circa il 12% dei residenti. La normalità nelle scuole legnanesi oggi è trovare classi al 50% composte da alunni figli di immigrati negli anni ‘90 e 2000 che parlano, pensano, sognano e vivono italiano, ma italiani non sono.
Non stiamo parlando di profughi, rifugiati, centri di accoglienza, ma di persone straniere residenti nei nostri comuni, che lavorano, producono reddito, pagano le tasse e al contempo usufruiscono di servizi pubblici come scuola, ospedali, trasporti, giardini, ma non hanno voluto o potuto acquisire la cittadinanza.
Oltre che nelle scuole, questi nuovi legnanesi, giovani e adulti, sono presenti nella nostra economia e vita familiare e sociale, spesso con preziose mansioni di base (badanti, operatori socio-sanitari in ospedali e case di riposo, muratori e addetti a manutenzione di strade, pulizie…) e figurano tra gli utenti dei servizi sociali. Non vi sono invece “stranieri” tra gli anziani o pensionati, tra i professionisti. Alcuni si affacciano invece, anche da protagonisti, nella vita delle parrocchie.
Di fronte a questa profonda trasformazione della realtà, ci sono due possibili strade (ignorando quella che ritiene queste persone una minaccia alla nostra comunità): costruire servizi, iniziative, risposte mirate per questi gruppi di persone oppure rivedere complessivamente l’assetto della città con servizi e proposte che si rivolgono a tutti, senza distinzioni ma con flessibilità per i diversi contesti e necessità. Nel primo caso, pur dando risposta, si tendono a creare spazi paralleli, ove le persone straniere si trovano solo tra loro (gli italiani al massimo gestiscono i servizi in ruolo predominante); nel secondo si propongono situazioni/iniziative integrate dove possono trovare risposte i diversi gruppi di persone creando ulteriori occasioni di convivenza e integrazione.
Apertura e multiculturalità, che per noi sono fattori positivi per la vita di una comunità che guarda al futuro, portano tuttavia dei costi che vanno affrontati… come un peso inutile per alcuni, come investimento per il futuro secondo altri.
Di questi e altri temi – scottanti, specie in aria di campagna elettorale – discuteremo nel secondo appuntamento del percorso “Chi ha il coraggio di dirlo? Politiche per il futuro di Legnano”, che si svolgerà venerdì 31 gennaio, alle ore 21, presso lo Spazio Incontro Canazza, via Colombes 69 – Legnano.
Titolo della serata/dibattito: L’insostenibile leggerezza dell’essere… una città multiculturale
Interverrà il prof. Maurizio Ambrosini, sociologo dell’Università degli Studi di Milano.
Discussant: Gian Piero Colombo, funzionario comunale, area cultura e politiche sociali.