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16 novembre

L’autobiografia di Scola, presentazione al Castello Sforzesco

Tavola rotonda all’interno di Bookcity. Con l'autore ne discutono Piero Bassetti, Ferruccio de Bortoli e Luigi Geninazzi

16 Novembre 2018

Venerdì 16 novembre, alle 17, al Castello Sforzesco – Sala Viscontea, incontro con S. Em. Cardinale Angelo Scola autore di “Ho scommesso sulla libertà” (Edito da Solferino).
Attraverso il racconto della sua autobiografia (giovane prete segnato da una malattia rara, la militanza in Comunione e Liberazione, la vicinanza a Giovanni Paolo II, il rapporto con papa Ratzinger, per citare solo alcuni passaggi) il Cardinale Scola ci guida attraversa i grandi momenti storici, con analisi e giudizi sui problemi più scottanti.

Intervengono Piero Bassetti, Ferruccio de Bortoli e Luigi Geninazzi

Il volume
«Non posso dimenticare le ascese giovanili in Grigna passando dalla cresta Segantini… Credo che la via della Chiesa di oggi sia una via stretta: la chiamerei la via del crinale.» È lucido e consapevole, ma pieno di speranza, lo sguardo con cui il cardinale Angelo Scola racconta la sua vita, la Chiesa e l’Italia, nella profonda e sorprendente conversazione con Luigi Geninazzi: dalla riscoperta della scelta cristiana nell’adolescenza alla militanza in Comunione e Liberazione in fecondo dialogo con il «genio educativo» di don Giussani, e dalle incomprensioni con qualche autorità ecclesiastica milanese all’amicizia con Giovanni Paolo II che lo nomina vescovo a soli quarantanove anni. Non mancano ricordi personali e collettivi, dal travaglio della lunga malattia e dall’esperienza della psicoanalisi al passaggio tra il papato di Ratzinger, a cui fin dall’avventura di «Communio» lo lega una intensa amicizia intellettuale, e quello di Bergoglio, definito «un salutare colpo allo stomaco per le Chiese d’Europa». Al centro di questo ricco affresco di aneddoti e riflessioni si staglia una domanda cruciale: a che punto è la Chiesa di oggi? Tra chi riduce il cristianesimo a semplice religione civile e chi propone un puro ritorno al Vangelo, il cardinale indica una «terza via» che è quella delle implicazioni dei misteri della fede. E dell’impegno fattivo dei credenti per contribuire, ripartendo dalla fede, alla «nascita di una nuova Europa, inevitabilmente meticcia ma non per questo senza più identità».