Domenica 11 novembre, alle 18, nello Spazio gestito dal Comune di Milano per l’accoglienza anziani in viale Jenner 31, nell’ambito del Primo Festival dei Beni confiscati alle mafie, promosso dal Comune di Milano,in collaborazione con: Associazione Libera – Ag. naz. per i Beni sequestrati e confiscati – Fondazione Milano Sogemi – Radio Popolare – Naba (Nuova Accademia di Belle Arti Milano), è in programma la presentazione del libro La mia ’ndrangheta, di Rosy Canale e Emanuela Zuccalà (Paoline).
Una giovane donna che si ribella alla ’ndrangheta. Altre donne che da sempre, sull’Aspromonte, convivono con questa efferata organizzazione criminale. La mia ’ndrangheta ha il carattere delle sue diverse protagoniste: è un libro crudele e ironico, appassionante e raggelante, fitto come la trama dei suoi destini al femminile che si incrociano su strade imbrattate di sangue e si riuniscono in queste pagine, seguendo un ritmo alternato tra inchiesta giornalistica e romanzo verità.
La protagonista, nata a Reggio Calabria, imprenditrice, è vittima della boria della ’ndrangheta e viva per miracolo. Finché si ritrova a San Luca, il paesino dell’Aspromonte ombelico delle cosche storiche, ad avviare un’attività di volontariato. E tra i vicoli in salita di un borgo che pare pietrificato a centanni fa, il suo dolore incontra quello delle donne del posto, madri delle vittime della famigerata strage di Duisburg, sorelle di altre vittime e carnefici di una faida senza fine.
La mia ’ndrangheta è diverso da altri libri sulle mafie. Perché per la prima volta ritrae San Luca dall’interno e da una visuale tutta al femminile. Perché alterna la cadenza serrata e scarna dei fatti di cronaca alle atmosfere morbide, talvolta paradossalmente ironiche, degli aneddoti personali e delle riflessioni intime. Perché le due autrici sono state minacciate prima ancora della pubblicazione, e una delle due ha dovuto rifugiarsi all’estero. Perché tenta un progetto ambizioso: scavare a fondo nell’anima di un popolo. Per comprendere come, a certe latitudini, la criminalità organizzata trovi un terreno umano e sociale tanto fertile per prosperare e avvinghiare intere regioni nella morsa di un immobile sottosviluppo. Ecco perché questo, come precisa la protagonista nelle note conclusive, non è banalmente un libro di ’ndrangheta.
All’incontro sarà presente Emanuela Zuccalà. Interviene Ilaria Ramoni, Libera – Milano