Nel 2020 ricorre un anniversario importante per il Pime: 150 anni fa, quattro missionari guidati dal milanese padre Simeone Volonteri (1831-1904), giungevano per la prima volta nella Cina continentale. L’8 febbraio 1870 salpavano da Hong Kong per un viaggio che, risalendo da Shanghai il fiume Yangze e dopo aver fatto tappa proprio nell’area di Wuhan – la città oggi al centro dell’emergenza Coronavirus – li avrebbe portati nella regione dell’Henan, culla della civiltà cinese. Cominciava così una lunga storia di amicizia e di missione nella “Terra di mezzo”. Una storia che nemmeno la prova del martirio di sei padri tra il 1941 e il 1942 e l’espulsione nel 1954 degli ultimi missionari rimasti sotto il regime comunista, avrebbe interrotto.
Per questo il Centro Pime dedica l’intero 2020 alla campagna “Un’altra Cina”: una serie di iniziative, eventi e attività per guardare dentro questo grande Paese, tra le sue sfide e le sue contraddizioni. E anche una proposta per aiutare a incontrare davvero questa terra nei suoi volti più belli.
La campagna ha anche una finalità solidale: le donazioni raccolte andranno a sostegno dei ragazzi disabili ospiti del Centro Huiling, una rete cinese di case famiglia legate al Pime nata a Canton trent’anni fa e diffusa oggi anche in una ventina di altre città della Cina. In un contesto dove a lungo la disabilità è rimasta nascosta, chi vive all’interno di queste comunità può studiare ed esprimere i propri talenti grazie al teatro, l’arteterapia e le attività in una fattoria sociale.
L’iniziativa di solidarietà promossa dal Pime si chiama «Progetto S139 avviCINAbili senza barriere» e vuole essere un gesto concreto di amicizia in questo momento difficile per la Cina, alle prese con l’emergenza Coronavirus che colpisce in maniera particolarmente dura proprio le persone più deboli.
Il calendario di iniziative della campagna «Un’altra Cina» prende il via ufficialmente lunedì 17 febbraio con un convegno e una mostra al Centro Pime (via Mosé Bianchi 94, ingresso libero) che ripercorreranno la lunga storia dell’amicizia tra il Pime e le comunità cinesi.
Dalle 15, convegno sul tema «Il Cristianesimo in Cina tra passato e futuro». Obiettivo far conoscere lo straordinario contributo che i missionari dell’Istituto hanno lasciato nel grande Paese asiatico. E anche per approfondire difficoltà e potenzialità della presenza dei cattolici in Cina, oggi. Sono previsti gli interventi di Gianni Criveller, missionario del Pime («La vicenda storica del Pime in Cina. I primi 150 anni; questioni aperte e prospettive»), Raffaella Perin, docente di Storia del cristianesimo, Università Cattolica Milano e Studio teologico missionario del Pime («Pio XI, il “Papa delle missioni” e le sue direttive per il rinnovamento della chiesa in Cina») e Gianni Colzani, teologo («Il rinnovamento del pensiero missionario a partire dalla vicenda della Cina»). Poi testimonianze dalla Cina di oggi: Fabio Favata, missionario del PIME in diretta skype da Hong Kong («Tra gli studenti di Pechino») e Giovanna Minardi, missionaria dell’Immacolata in Cina («Con i poveri di Guangzhou»)
Dalle 18, al Museo Popoli e Culture (via Monte Rosa 81) verrà inaugurata la mostra temporanea «Impressioni cinesi», a cura dell’Ufficio storico del Pime.
Il percorso propone fotografie, oggetti e xilografie antiche legate alla presenza dei missionari del Pime in Cina nella seconda metà dell’Ottocento. Tra i pezzi esposti anche la preziosa mappa della regione dell’Henan realizzata da padre Simeone Volonteri, primo vescovo del Pime in Cina e insigne cartografo. Un documento d’epoca eccezionale che è un esempio del grande contributo che i missionari diedero alla conoscenza della Cina e della sua cultura in Occidente. L’inaugurazione si concluderà con un aperitivo nella caffetteria del Pime. La mostra – a ingresso libero – resterà aperta fino alla fine di Aprile.
«Con il percorso di iniziative “Un’altra Cina” – spiega il direttore del Centro missionario Pime di Milano, padre Mario Ghezzi – vogliamo far incontrare a Milano l’altra faccia di questo grande Paese oggi sotto i riflettori. Quella raccontata da una storia che ci lega all’Oriente più di quanto pensiamo. Quella della bellezza che traspare dalle vetrine del nostro Museo del Pime. Quella della sapienza millenaria oscurata dai “muscoli” della potenza globale. La stessa Cina che con la sua sete di libertà a Hong Kong continua a parlare a tutto il mondo»