La musica che salva, che rieduca, che va “oltre le mura”: mercoledì 21 giugno presso la Casa Circondariale di San Vittore si terrà un concerto molto speciale, che avrà come protagonista il coro gospel della sezione femminile del carcere milanese accompagnato dalla cantautrice Ylenia Lucisano e dal chitarrista Renato Caruso (ingresso ore 14.30 – inizio concerto ore 15.30).
Il progetto del coro è stato avviato nel mese di marzo 2016, promosso da Auser Regionale Lombardia in collaborazione con la Camera del Lavoro Metropolitana di Milano e con il supporto di Yamaha Music Europe Branch Italy – che ha concesso una tastiera elettronica professionale – e di Auser Bergamo – la rete delle associazioni bergamasche di Auser, che ha effettuato una donazione a copertura delle spese vive dell’iniziativa.
Responsabili artistici del progetto sono Matteo Magistrali, cantante solista e in ensemble, direttore di diverse formazioni corali, compositore pluripremiato a livello nazionale e internazionale e Sara Bordoni, giornalista da sempre appassionata di musica e canto, oltre che soprano solista in diversi ensemble musicali. La supervisione per l’aspetto musico-terapeutico è di Marco Bianchi, ingegnere, musico-terapeuta e direttore del coro gospel “Jesus, Love and Blue Sky”.
Una decina le detenute attualmente nel gruppo vocale.
«Le ragazze sono eccezionali – spiega Matteo Magistrali, uno dei responsabili artistici del progetto – studiano anche durante la settimana e hanno una velocità d’apprendimento impressionante. L’unico problema è il turn over, nel senso che il trasferimento da San Vittore ad altri istituti è frequente e dunque è nostro compito, oltre a regalare un po’ di serenità alle detenute, è mantenere sempre la stessa buona qualità di esecuzione dei brani nonostante la formazione corale non sia fissa. L’idea è sempre stata quella dell’educazione alla bellezza, alla cooperazione, al buonumore: sono tutti elementi che la piccola comunità del coro garantisce, ma soprattutto dissemina».
Il coro ha permesso di accrescere in ogni partecipante il senso di responsabilità, l’attitudine all’ascolto dell’altro, la propensione a uscire dalla solitudine e realizzare qualcosa di positivo e gratificante con altri. Il genere gospel ha fatto scoprire alle ragazze anche l’attenzione all’espressività e la capacità di cantare da soliste accompagnate dalle voci delle compagne, educandole all’introspezione che restituisce emozione. I brani pop introdotti in repertorio – sempre con una cura particolare nella scelta dei testi – hanno aperto ulteriori orizzonti comunicativi all’interno del gruppo delle coriste di San Vittore. Non c’è alcun dubbio sui benefici psicofisici derivati dalla musica, veicolo potentissimo di benessere, e sul miglioramento nell’interazione positiva tra le ragazze.
Gli ottimi risultati qualitativi avuti finora dalle coriste di San Vittore hanno portato a una collaborazione con l’agenzia “Parole e Dintorni” di Riccardo Vitanza, una delle più importanti realtà dell’ambiente musicale italiano: Vitanza ha generosamente messo a disposizione alcuni artisti professionisti che affianchino le ragazze per lezioni straordinarie e concerti benefici all’interno del carcere.
Il 21 giugno gli ospiti professionisti saranno la cantautrice Ylenia Lucisano e il chitarrista Renato Caruso, che si esibiranno sia da soli che unendo voce e suono al canto delle ragazze detenute. “Tutte le cose belle vanno fatte, ho detto sì all’istante alla proposta di collaborare al progetto – commenta Vitanza -. È inutile raccontare finalità e utilità, sono evidenti ed è sicuro che anche la musica possa contribuire al reinserimento sociale dei detenuti. Progetti come questo sono encomiabili e vanno sempre sostenuti, per me sono una priorità”.
Del medesimo parere gli artisti coinvolti: «È incredibile che ragazze così giovani abbiano già un passato così pesante sulle spalle – dice Ylenia Lucisano, riferendosi alle detenute con cui canterà – Entrare in carcere non capita tutti i giorni; il bello del mio mestiere è anche potermi mettere a disposizione per un guadagno esperienziale ed emotivo, ciò che vivremo il 21 giugno sarà sicuramente fonte di ispirazione e insegnamento per tutti noi».
Ne è convinto anche Renato Caruso: «Sono originario di Crotone, il contesto sociale è complesso e mi è capitato di conoscere persone che hanno provato il carcere, ricordo l’espressione nei loro occhi e in quelli dei loro familiari. Mi aspetto che le ragazze a San Vittore ascoltino con attenzione la nostra musica e che magari nasca in loro una forma di libertà».