Martedì 17, alle 18, al Museo dei Cappuccini di Milano, presentazione del libro “Il Cantico di frate Sole. Francesco d’Assisi riconciliato” di Jaques Dalarun
(Edizioni Biblioteca Francescana) a cura di Rosa Giorgi e fr. Paolo Canali ofm.
L’autore del volume
Prof. Jacques Dalarun direttore di ricerca al CNRS (Istituto di ricerca e di storia dei testi, Parigi), membro dell’Istituto di Francia (Académie des Inscriptions et Belles-Lettres). Recentemente ha scoperto un manoscritto sinora ignoto che riporta una “Vita di san Francesco” scritta da Tommaso da Celano sinora sconosciuta, che getta nuova luce sulla figura del Santo.
Il volume
Laudato si’: con queste parole papa Francesco ha voluto iniziare l’enciclica “sulla cura della casa comune”. Ma sono anche parole antiche, utilizzate da san Francesco d’Assisi quasi come un ritornello per il suo Cantico di frate Sole. Ode cosmica, capolavoro poetico, chiamata alla fraternità: il Cantico di frate Sole è stato celebrato in ogni modo. Eppure Francesco compose questa esplosione di gioia e di lode in un momento di dolore quasi intollerabile. Le sofferenze fisiche, insieme alla sensazione del fallimento della propria missione, sembrano tentarlo al di là delle proprie forze. Proprio da una situazione tanto negativa nasce questo canto luminoso. È come se Francesco avesse scoperto qualcosa che rovescia il comune sentire: la creazione di Dio è buona e solidale; in essa non c’è traccia di male. La radice del male sta nel cuore dell’uomo quando rifiuta la fraternità con i viventi. Dalarun guida il lettore in un percorso affascinante e ricco di sorprese, reso ancor più attraente dalle numerose illustrazioni che si affiancano al testo: condotti per mano dalla sua prosa e dalle sue immagini, scopriamo e capiamo molte cose. Sulle parole, sul significato, sul motivo del Cantico.
Incontro a due voci. La ripresa del testo affiancato alla ripresa del particolare momento della vita in cui san Francesco scrisse il cantico di frate Sole, meglio noto come “cantico delle creature”, e l’analisi delle immagini. Il volume, che si presenta particolarmente ricco per la ricerca iconografica da un lato presenta quanto l’arte nei secoli più vicini alla composizione del Cantico abbia prodotto immagini che lo potessero illustrare, insieme alle quali si completa con un apparato di richiami attraverso le figurazioni di preziosi manoscritti che prendono in considerazione elementi del creato. Sarà l’occasione per ripercorrere un tratto della storia dell’arte che si interroga sulla natura (termine mai usato così da san Francesco) e variamente ne restituisce diverse immagini.