Per il ciclo “Aperitivo d’autore” nella Libreria Terra Santa di Milano (via G. Gherardini 2), martedì 9 ottobre, alle 18.30, presso la Libreria Terra Santa (via Gherardini 2, Milano), Giovanni Ferrò, caporedattore del mensile Jesus, dialoga con Elisa Ferrero, collaboratrice del Centro culturale Tawasul (Il Cairo) e autrice de Cristiani e musulmani, una sola mano (Emi, 2012).
A più di un anno dalla rivoluzione egiziana in piazza Tahrir, un incontro per ripercorrere la catena di avvenimenti che stanno cambiando un’area cruciale del mondo arabo e fare luce sulla situazione dei rapporti tra cristiani e musulmani. Che ruolo ha avuto il dialogo interreligioso nell’esperienza di piazza Tahrir? Tutti hanno potuto vedere le immagini del Corano accostato alla croce cristiana, durante le manifestazioni. Eppure, molti hanno dubitato della sincerità di tale atto, ritenendolo un’astuta mossa propagandistica.
Secondo Elisa Ferrero, invece, questi gesti simbolici sono scaturiti dal desiderio sincero di riaffermare con chiarezza l’unità tra cristiani e musulmani, messa in pericolo dalla politica attuata dal regime di Mubarak, che mirava a scavare solchi profondi tra le diverse classi della società egiziana. Con la rivoluzione, si è scoperto che la manipolazione del conflitto religioso da parte del regime è giunta persino alla premeditazione di attentati sanguinari contro i copti, e la religione, per la prima volta, ha assunto un ruolo unificante, invece di costruire barriere. Ostentare l’unità di cristiani e musulmani è stata una forte risposta politica al regime di Mubarak, che profittava della loro divisione. E sebbene gli egiziani si trovino ora di fronte a problemi complessi, questa collaborazione positiva, nella maggioranza dei casi, continua tuttora. La domanda cruciale, ovviamente, è: quanto di questo spirito di unione, sperimentato in piazza Tahrir, si è trasferito al resto della società egiziana, nella fase di ricostruzione seguita alla caduta di Mubarak?
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