Per trentatré anni Annalena Tonelli, missionaria laica, ha vissuto in mezzo ai somali. Trentatré anni di faticosa ed esaltante condivisione, segnati dalla guerra, dalla violenza, dalle carestie e dalla malattia. Ma anche da una scelta radicale e da un senso di donazione totale. Sino alla morte. Annalena è stata uccisa il 5 ottobre 2003, mentre usciva dal suo ospedale a Borama, in Somaliland.
Sono passati esattamente dieci anni da quel vile omicidio. Ma Annalena continua a parlarci e a interpellarci. Innanzitutto, con la testimonianza che ha dato, con il suo farsi piccola – «Io sono nessuno» – avendo però un radicamento molto alto: l’essere per Dio e per i poveri in Dio, quelli che per tutta la vita ha «servito sulle ginocchia».
Il Centro Pime di Milano la ricorda mercoledì 23 ottobre, alle 21, con la serata “Fede e martirio. Annalena Tonelli, un silenzio che grida”. Intervengono Roberto Gimelli, amico di gioventù e membro del Comitato lotta contro la Fame di Forlì che Annalena aveva contribuito a fondare, e Anna Pozzi, giornalista di Mondo e Missione, che ha conosciuto Annalena a Borama poco prima dell’uccisione.
L’incontro si inserisce nel ciclo di conferenze dell’Ottobre missionario, incentrato quest’anno sul tema “La fede che libera”.