Nell’incontro pubblico “Una storia partecipata” – in programma mercoledì 19 giugno, alle 9.30, all’Auditorium della Casa della carità (via F. Brambila 10, Milano) – verrà presentato, discusso e analizzato il progetto “Proviamociassieme”, finanziato dal Comune di Milano in convenzione con l’azienda ospedaliera Fatebenefratelli e nato nel 2000 in un territorio multiproblematico e complesso come il quartiere milanese Molise-Calvairate.
La Casa della carità, in accordo con il Dipartimento di salute mentale del Fatebenefratelli e in sinergia con altre realtà del territorio, gestisce ormai da 13 anni il progetto che ha in carico 90 utenti affetti da malattia mentale grave e forte isolamento sociale, promuovendo progetti di cura e di partecipazionein stretto rapporto con il Centro psico-sociale di viale Puglie e con altri servizi del Dipartimento di salute mentale.
Il centro “Proviamociassieme” in questi anni è stato il punto di riferimento nella zona per utenti, cittadini e associazioni. Nel 2011 è nato il Corso per “Facilitatori sociali” che vede coinvolti 14 utenti e docenti della salute mentale: il corso sta promuovendo una pratica che valorizza la responsabilità personale, la partecipazione, la consapevolezza sulla propria malattia e il protagonismo degli utenti, cittadini e operatori.
All’incontro “Una storia partecipata”, che ha l’obiettivo di far conoscere un progetto che non solo per i risultati raggiunti è ormai un punto di riferimento negli interventi pubblici e privati di salute mentale in zone degradate, saranno presenti alcuni tra i promotori del progetto: Maddalena Filippetti, responsabile e supervisore di “Proviamociassieme” per la Casa della carità, Silvia Landra e Laura Arduini, rispettivamente direttrice e responsabile dell’area salute della Fondazione Casa della carità.
Verrà inoltre proiettato il video Progetto Proviamociassieme realizzato dagli operatori e dagli utenti del progetto. Infine, prima delle conclusioni del presidente della Casa don Virginio Colmegna, si terrà una tavola rotonda con interventi di rappresentanti del Dipartimento di salute mentale del Fatebenefratelli e del Comune di Milano e un dibattito aperto a tutti i presenti.