Il 17 maggio, a partire dalle ore 9.30, presso la Sala Valente di via Freguglia a Milano, si svolgerà il Convegno Scientifico Nazionale organizzato dall’A.I.Me.F, Associazione Italiana Mediatori Familiari, dal titolo: «I figli al centro. Famiglie e mediatori insieme».
Esperti del settore ci guideranno all’interno del mondo della mediazione, evidenziando il delicato ma fondamentale ruolo che svolge il mediatore familiare e la nuova funzione che ricopre all’interno della famiglia moderna. Tra i relatori il Senatore Pillon, la Psicoterapeuta dott.ssa Maria Rita Parsi, la Presidente di A.I.Me.F., Dott.ssa Federica Anzini.
Un momento di incontro importante anche per fare il punto sul Decreto Legge Pillon con i diretti interessati.
Fin dalla sua nascita, la mediazione familiare è stata considerata uno strumento molto importante.
Tuttavia, rispetto ad altri Paesi, l’Italia è in fortissimo ritardo sia nel riconoscerla che nel ricorrervi.
In Australia, California, Norvegia e Finlandia la mediazione è obbligatoria per legge. In Argentina, Brasile, Colombia e Slovenia lo è per tutti i tipi di controversie, non solo quelle familiari. In Belgio, Francia e Spagna, pur non essendo concepita come tale, è soggetta a forte sollecitazione da parte dei tribunali. In Inghilterra e Norvegia, infine, dev’essere obbligatoriamente suggerita dagli avvocati per poter poi essere anche imposta dal giudice.
La Mediazione familiare è uno dei metodi di soluzione delle controversie alternativo all’iter legale (ADR). Ha, tra i suoi principi e obiettivi, la natura compositiva del conflitto e la riorganizzazione delle relazioni familiari sia dal punto di vista relazionale, sia economico patrimoniale, in previsione o a seguito della separazione, del divorzio o della cessazione di un rapporto tra adulti, a qualsiasi titolo costituito. E’ un intervento finalizzato al mantenimento del benessere dei figli, di prevenzione del disagio connesso all’evento separativo e all’esercizio della comune responsabilità genitoriale. Avendo quale obiettivo primario il mantenimento della comune responsabilità genitoriale non opera differenziazioni rispetto alle tipologie familiari ritenendo che tutti i figli abbiano il diritto alla continuità affettiva e relazionale con i propri genitori e ascendenti al fine della stabilità della propria identità personale.
La mediazione familiare è un percorso volontario che può essere sollecitato dai Magistrati e dai legali rappresentanti. Nel rispetto della volontarietà della scelta dei genitori, l’invio deve essere rivolto, se pur dalla Magistratura, in modo da non essere percepito come impositivo, giudicante e soggetto di valutazione. La mediazione familiare deve essere svolta da una figura professionale terza e imparziale, il Mediatore Familiare, il quale deve possedere una formazione specifica per intervenire nella delicata fase di riorganizzazione delle relazioni familiari prima, durante o dopo la cessazione di un rapporto di coppia, indipendentemente se costituita di fatto o di diritto. La Mediazione familiare presuppone la garanzia del segreto professionale e l’autonomia dal procedimento giudiziario affinché le parti raggiungano personalmente, rispetto ai bisogni ed interessi da loro stessi definiti, su un piano di parità, in un ambiente neutrale, un accordo direttamente e responsabilmente negoziato, con particolare attenzione ai figli.
L’Istat nell’Annuario Statistico Italiano edizione 2017 (un volume organizzato in 24 capitoli) evidenzia che sul fronte delle separazioni si passa dalle 89.303 del 2014 a 91.706 del 2015 mentre per i divorzi l’aumento è decisamente più marcato: da 52.355 salgono a 82.469, un’impennata dovuta soprattutto all’entrata in vigore a metà 2015 del divorzio breve. Lo spazio di mediazione è accessibile anche alle persone che vivono una conflittualità familiare non espressamente legata alla crisi o separazione della coppia (per es. conflitti genitori- figli, tra fratelli adulti, tra genitori che sono di fronte ad importanti scelte per i figli, ecc.).
“Negli ultimi anni c’è stata un grande incremento per la nostra professione, sia nei rapporti professionali con i magistrati, l’avvocatura, gli Enti e le Istituzioni, sia nella sua promozione e pratica.” Sottolinea Federica Anzini, Presidente di A.I.Me.f.
“Ma è ancora troppo poco: oggi è chiaro che il mediatore familiare sia un professionista autonomo con competenze trasversali, e l’approvazione di una legge che riconosca la nostra professione è urgente e necessaria. La nostra è una realtà trentennale che si è diffusa sull’intero territorio nazionale, nei Servizi Pubblici e privatamente, con risultati più che soddisfacenti per coloro che ne hanno usufruito. Su 100 coppie di genitori che si rivolgono alla mediazione familiare, l’80% raggiunge un accordo. La piena affermazione della mediazione familiare potrà garantire ai minori di età una esposizione contenuta ai conflitti cronici e la loro migliore crescita, ed è su questo che dobbiamo lavorare.”
Per maggiori informazioni: www.aimef.it.