Domenica 15 dicembre, alle 16, presso l’Auditorium del Centro parrocchiale S. Arialdo di Cucciago, quarto incontro organizzato dal Centro Culturale Luigi Padovese.
E sarà un vero e proprio “incontro”. Con Seyde Goesteris, missionaria laica impegnata nelle terre colpite dalla guerra in Medio Oriente.
Già alcuni di noi l’hanno conosciuta durante il pellegrinaggio guidato dal Vescovo Bizzeti (successore di Mons. Padovese) nello scorso ottobre in terra turco-siriaca.
Seyde è un vulcano … di personalità, di spirito di iniziativa, di fede.
Di origine siriaca, ha vissuto fin da piccola in Svizzera e attualmente abita in Turchia. Da adulta, la conversione. A seguito della malattia della madre, comincia ad instaurare un rapporto stringente con il Signore che si consolida e si rafforza nel tempo.
Ora si occupa dei profughi di guerra in Siria e in Iraq.
Come si muove Seide per portare gli aiuti umanitari in quelle terre martoriate?
Un’associazione svizzera, di cui Seyde è membro, raccoglie beni di prima necessità. “Di regola – dice Seyde – le eventuali donazioni di denaro vengono utilizzate unicamente per finanziare il trasporto alla destinazione. In casi particolari, come per la Siria dove la situazione era disastrosa e i referenti sul posto lo permettevano, è stato utilizzato parte del denaro per aiutare la popolazione comprando sul posto ciò di cui le comunità, le parrocchie e i campi profughi avevano più bisogno.”
In Siria, una volta giunta sul posto, Seyde si occupa di verificare che la merce inviata venga consegnata e distribuita alle persone bisognose, anche grazie alla rete delle parrocchie che collaborano fra loro per proteggere e aiutare la popolazione.
Seyde, per portare gli aiuti nelle zone di guerra, corre un rischio altissimo. Dice “Tempo fa, avevamo caricato un container con aiuti di ogni genere (letti, coperte, medicamenti, ecc.). Occorrevano molti permessi per poter far passare questi carichi, e per il TIR era ancora più difficile. In quell’occasione, grazie all’aiuto di un’associazione di donne cristiane locali siamo riusciti a fare transitare il camion alla frontiera siriana in sole 2 ore, invece delle 2 settimane standard. Siamo stati molto fortunati. Abbiamo anche portato aiuto e materiale medico a diversi ospedali che versavano in condizioni disastrose. È stata quasi un’impresa raggiungere alcune zone della città di Aleppo. La strada principale era controllata dalle milizie dei ribelli, che non permettevano a nessuno di percorrerla. Poi la situazione si è sbloccata e siamo riusciti a transitare e portare gli aiuti ai campi e agli ospedali che si trovano alla fine della strada. La difficoltà più grande è però l’attraversamento della dogana. Solitamente ci vogliono mesi per ottenere l’ok per il visto da Damasco. Anche per far transitare i medicamenti occorre un’infinità di permessi. Tutto ciò richiede dei tempi d’attesa burocratici di svariati mesi.”
Seyde ci racconterà del suo amore per la propria terra e delle storie di chi lì è rimasto.
Ci racconterà del suo impegno umanitario che è risposta ad una chiamata, affidamento al Signore e delle paure e speranze degli altri cristiani che vivono con grandi difficoltà in quella terra che ha visto la prima missione cristiana.
Ci racconterà di una grande speranza, la speranza della ricostruzione … in tutti i sensi.