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Clubhouse: Un nuovo strumento per la pastorale digitale

Una piattaforma social basata sullo streaming audio, che crea “stanze” virtuali in cui, su invito, si può condividere una chat. È ancora in fase sperimentale e presenta alcuni limiti, ma ha già mostrato possibili utilizzi pastorali

di don Luca FOSSATICollaboratore Ufficio Comunicazioni Sociali

11 Aprile 2024

Dopo aver esplorato le potenzialità di WhatsApp nella pastorale, è il momento di scoprire una piattaforma emergente, ancora in fase sperimentale, ma che ha già suscitato un grande interesse: Clubhouse. Tra i social media che hanno visto una rapida crescita nell’ultimo anno, le piattaforme focalizzate sugli eventi in diretta streaming, come Twitch e Clubhouse, si sono imposte all’attenzione per la loro capacità di connettere gli utenti in tempo reale. In questo articolo ci concentreremo su Clubhouse, uno spazio innovativo che apre nuove possibilità di interazione pastorale.

Cos’è Clubhouse e come funziona?

Clubhouse si distingue per il suo approccio centrato sull’audio, offrendo agli utenti la possibilità di partecipare a conversazioni dal vivo in stanze tematiche. Ogni utente può creare una stanza virtuale, aperta o su invito, dove avviare una chat vocale. Altri partecipanti possono entrare, ascoltare e, se desiderano intervenire, “alzare la mano” per chiedere la parola. Gli organizzatori della stanza hanno il controllo su chi può parlare, rendendo l’ambiente facilmente gestibile anche quando il numero di partecipanti cresce.

Un elemento interessante di Clubhouse è la sua natura effimera: ciò che viene detto nelle stanze non è registrato né salvato, offrendo un’esperienza di ascolto unica e irripetibile. Questo può favorire una maggiore spontaneità nelle conversazioni, ma richiede anche una certa attenzione nel gestire i contenuti pastorali, dal momento che non sarà possibile riascoltare o recuperare quanto detto.

Come essere efficaci su Clubhouse?

Per sfruttare al meglio le potenzialità di Clubhouse in un contesto pastorale, è importante curare alcuni aspetti. Prima di tutto, il profilo dell’utente deve essere chiaro e accattivante: una buona presentazione è fondamentale per attrarre i partecipanti giusti. Anche il titolo e la descrizione delle stanze devono essere ben strutturati, in modo da comunicare con precisione il tema e lo scopo dell’incontro.

Un altro passo importante è coinvolgere un gruppo di persone che partecipi sicuramente alla prima chat, così da creare un piccolo nucleo iniziale che darà vita alla conversazione. Questo attirerà gradualmente altri utenti, ampliando la cerchia delle interazioni. La piattaforma, inoltre, consente di moderare facilmente gli interventi e di gestire eventuali soggetti di disturbo, garantendo un ambiente tranquillo e rispettoso per tutti.

Potenzialità pastorali di Clubhouse

Clubhouse offre uno spazio virtuale che, pur ancora limitato rispetto ad altre piattaforme, può già essere utilizzato in vari contesti pastorali. Ad esempio, alcuni hanno sperimentato riunioni di redazione accessibili in solo ascolto, oppure incontri formativi con esperti. Interessanti sono anche le iniziative di catechesi o il commento del Vangelo del giorno, dove gli utenti possono confrontarsi in maniera interattiva e immediata. In futuro, potrebbe diventare uno strumento utile per organizzare riunioni aperte a tutta la comunità o momenti formativi, soprattutto grazie alla possibilità di gestire gruppi di conversazione dinamici e interattivi.

Limiti iniziali della piattaforma

Nonostante le sue potenzialità, Clubhouse è ancora ialla ricerca di una sua identità. Al lancio, l’app era disponibile solo per dispositivi Apple (iPhone), una versione per Android è stata rilasciata il 20 maggio 2021. Agli inizi l’accesso era possibile solo tramite invito da parte di una persona già iscritta. L’interfaccia è semplice e intuitiva, e la piattaforma permette di selezionare facilmente gli argomenti di interesse e i contatti da seguire, così da proporre stanze e conversazioni in linea con le proprie preferenze.

Nonostante questi limiti, Clubhouse ha raggiunto in poco tempo i due milioni di utenti, segno che il suo modello di comunicazione ha riscosso successo. Inoltre, l’interesse generato da questa piattaforma ha spinto altri social più affermati, come Facebook e Twitter, a sviluppare funzionalità simili, ampliando ulteriormente le possibilità per le comunità pastorali di sperimentare nuove forme di incontro e interazione.

L’evoluzione e la ricerca di una nuova identità

Da settembre del 2023 clubhouse ha aggiunto nuove funzionalità puntando più a trasformarsi in un sistema di messaggistica integrato. Lo scopo dichiarato è quello di renderla una piattaforma più social e facile che possa accompagnare l’utente nel mantenere i contatti con i propri amici durante tutto il giorno. Sono state introdotte le chat vocali amplificando la funzione dei messaggi vocali esistente oramai in tutte le piattaforme di messaggistica.

Uno sguardo al futuro

Clubhouse rappresenta una nuova frontiera nella pastorale digitale, offrendo un’opportunità per creare spazi di dialogo autentico, dove l’ascolto e la condivisione della parola assumono un ruolo centrale. La sua natura interattiva permette di superare le barriere fisiche e di riunire le persone intorno a tematiche comuni, offrendo un luogo di incontro digitale che, con il tempo, potrebbe diventare uno strumento prezioso anche per la Chiesa.

È importante ricordare, però, che come ogni strumento tecnologico, anche Clubhouse va utilizzato con discernimento. La sua capacità di creare connessioni in tempo reale è sicuramente affascinante, ma il fine ultimo della pastorale digitale resta quello di annunciare il Vangelo e di costruire relazioni profonde e significative, che non si limitano al semplice “ascolto” virtuale.

Buona pastorale digitale su Clubhouse!