Paolo De Benedetti (1927-2016) ha lasciato nell’animo di molti tracce profonde e numerose.
Lo ha fatto in virtù dei suoi insegnamenti di Antico Testamento e di Giudaismo (Milano, Urbino, Trento), della miriade di conferenze tenute in giro per l’Italia, della sua voce inconfondibile che giungeva sulle onde della radio (in particolare nella trasmissione “Uomini e profeti”), dell’eccezionale contributo dato al mondo editoriale italiano (Bompiani. Garzanti, Morcelliana); senza dimenticare l’incisività sintetica e allusiva delle sue pubblicazioni.
Tutto ciò sarebbe però ancora poco. I ricordi più intensi sono legati alla sua persona, al suo stile inimitabile, alla sua libertà di pensiero e alla sua consapevole scelta di camminare sui crinali, il più evidente dei quali è quello posto tra ebraismo e cristianesimo.
Una simile personalità favorisce il moltiplicarsi degli incontri in sua memoria non di rado contraddistinti da un taglio piuttosto emozionale. La scelta compiuta per il convegno del 10-11 marzo al San Fedele è invece di segno diverso; verranno ripercorsi infatti alcuni grandi temi incentrati sul suo rapporto dialettico e affettuoso, intimo e contendente con Dio. Ci si dedicherà al pensiero, ma di certo le emozioni non mancheranno.
La due giorni, organizzata da Biblia, Associazione laica di cultura biblica, in collaborazione con SeFeR, vedrà gli interventi di Gadi Luzzatto, Massimo Giuliani, Laura Novati, Claudia Milani, Stefano Levi Della Torre, Gabriella Caramore, Piero Stefani, Mino Chamla e Daniel Vogelmann.
Alle 19 del sabato verrà recitato il Kaddish per Paolo, a seguire esecuzione del Kaddish di Ravel (con Lydia Cevidalli).
Porterà il suo saluto Maria De Benedetti, sorella di Paolo.