Nel tempo della pandemia don Matteo Crimella, insegnante di esegesi del Nuovo Testamento presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, ha tradotto dall’armeno un’opera medievale molto significativa per la storia di quella Chiesa: «Nerses Shorhali, con fede ti confesso». Un lavoro ecumenico che tenta di gettare un ponte.
Il volume è stato pubblicato da Qiqajon (Bose) con testo armeno a fronte e sarà presentato giovedì 11 novembre alle 17.45 presso la Facoltà Teologica.
Con l’autore ne discute don Lorenzo Maggioni, docente di ecumenismo.
L’ingresso è libero con green pass.
In allegato la locandina con maggiori dettagli e le indicazioni per iscriversi.
Il libro
Personaggio quasi sconosciuto in occidente, Ners?s detto Snorhali, “ricolmo di grazia” (1100-1173), è una delle figure più importanti della chiesa armena. Monaco, presbitero, vescovo e infine catholicos di tutti gli armeni, Snorhali fu un raffinato teologo e un originale autore spirituale. Protagonista di importanti contatti con le chiese latina, greca e siriaca, nei suoi scritti è abbozzata una vera e propria teologia ecumenica, che fa di lui un precursore assoluto del movimento ecumenico contemporaneo. La sua grande preghiera in ventiquattro strofe, qui tradotta con testo originale a fronte e accompagnata da un commento esegetico e spirituale, è stata per secoli il manuale di orazione del popolo armeno. Composta con un ritmo poetico intenso, questa accorata preghiera in cui si intrecciano riferimenti biblici, liturgici e teologici, costituisce un vero capolavoro della letteratura spirituale armena.