Il Centro Espositivo Mons. Pasquale Macchi, al Sacro Monte di Varese, ospiterà dal 30 aprile al 22 maggio una mostra dedicata alla Madonna del Latte.
Inaugurazione sabato 30 alle 16 con interventi di Natale Perego e Alessandra Tarabochia.
Orari di apertura: sabato e domenica ore 9-16
Visite guidate per gruppi, solo su prenotazione, info@sacromontedivarese.it
La mostra (dal sito del Meab)
Un aspetto della religiosità popolare che animava in passato le genti riguardava la devozione alla Madonna del Latte, quella particolare immagine della Vergine ritratta nell’atto di allattare il bambino, della quale, seppur a fatica, è possibile ancora ritrovare degli esempi per lo più affrescati in oratori o santuari. E’ un culto di origine antica, con qualche raffigurazione qua e là richiamata nei tanti studi incentrati sui singoli paesi, ma mai assunto come tema specifico d’indagine per coglierne l’origine, la diffusione, le sue molteplici espressioni, in una parola la sua storia.
Questa devozione che traeva origine dalla necessità di avere un santo, una divinità a cui rivolgersi per una delle funzioni materne più importanti, come l’allattamento per la crescita del bambino, è caduta in disuso (anzi vietata) in epoca controriformistica, quando sono diventati pressanti gli inviti della curia milanese a non dipingere più o a cancellare una immagine della Madonna ormai ritenuta “sconveniente”.
Solo la religiosità popolare l’ha tenuta in vita, proprio sulla base di un autentico bisogno, radicato nell’animo in particolare femminile: la Virgo lactans ha continuato a essere al centro di devozioni, preghiere, novene e i suoi santuari hanno continuato ad essere meta di incessanti pellegrinaggi fino ad oggi. E’ possibile tuttora osservare raffigurazioni in vari oratori cinque-secenteschi della Brianza e del Lecchese, per esempio a Cantù, Merate, Brivio, Missaglia, Garbagnate Monastero, Inverigo, Torre de’ Busi. Madonna del Latte, in San Teodoro, Cantù. Marco Lombardi (attr.), 1500-1510 affresco staccato e riportato su tela, cm. 135×100 (Foto Mario Spreafico) Nell’archivio parrocchiale di Galgiana (Casatenovo) si trova addirittura un elegante attestato che autentica la locale reliquia ex lacte miraculoso Beatae Mariae Virginis. In ben tre santuari (Rogoredo di Alzate Brianza, Debbio di Mandello, San Martino di Valmadrera) si venerano immagini della Madonna del Latte, con decine di ex voto dipinti a testimoniare grazie ed aiuti. Sulla base di documenti d’archivio parrocchiali e documenti dell’Archivio Storico Diocesano la ricerca mira a far emergere consuetudini religiose, feste, devozioni collettive ed individuali. Ritengo che larga parte debba avere anche la ricerca sul campo di testimonianze orali che attestino quanto oggi o nel recente passato tale culto sia stato e sia diffuso. Un aspetto non secondario della ricerca riguarderà l’iconografia di questa Madonna, quindi gli aspetti figurativi, pittorici, dal momento che vari esempi cinque-secenteschi meritano un approfondimento per le loro specifiche qualità artistiche. In fondo, dalla “Madonna dell’Umiltà” fiorentina e senese del 1300 alle splendide “Madonne del Latte” dei leonardeschi, anche la pittura colta si è cimentata con una simile devozione, costituendo esempio per la pittura popolare.