«Santa Maria della Pace: gli amadeiti da Milano all’Europa» è il titolo della lectio magistralis che terrà il prof. Andrea Spiriti, docente universitario di storia dell’arte, giovedì 4 maggio (ore 20) presso la sede (via Santa Barnaba 46, Milano) della Luogotenenza dell’Italia Settentrionale dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
«L’iniziativa – dice Angelo Dell’Oro, luogotenente dell’Italia Settentrionale – nasce dalla collaborazione della Luogotenenza con la delegazione nell’ambito delle “proposte culturali in sede”. E’ nel nostro DNA la formazione spirituale e culturale continua. E in questa circostanza abbiamo pensato di chiedere al prof. Spiriti di illustrarci la storia della Chiesa di Santa Maria della Pace, dove c’è la sede della Luogotenenza: questa chiesa rappresenta senz’altro uno dei tesori di arte di Milano meno conosciuti».
La chiesa nacque grazie a una donazione di Bianca Maria Visconti e del figlio Galeazzo Maria Sforza: iniziata nel 1476 i lavori volsero al termine nel 1497. Nel 1805 fu sconsacrata e passò da magazzino militare, a ospedale, a scuderia per diventare infine un maneggio. Nel 1900 venne acquistata dai nobili Bagatti Valsecchi, che la restaurarono e vi fondarono un auditorium con il nome di Salone Perosi, adibito all’esecuzione degli oratori di Lorenzo Perosi. La chiesa venne acquistata nel 1906 dalle suore di Santa Maria Riparatrice e nel 1967, dall’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme che la utilizza tutt’oggi per le proprie funzioni.
Agli inizi Santa Maria della pace fu legata alla storia di Amadeo (o Amedeo) Mendes da Silva, nobile di origini iberiche fattosi francescano una volta venuto a Milano. Le virtù taumaturgiche che Amadeo de Silva dimostrò di avere (gli venivano attribuite guarigioni di varia natura), gli dettero fama di santità, cosa questa che lo resero noto all’allora duca Francesco Sforza e a sua moglie Bianca Maria Visconti. Quest’ultima, nei lunghi periodi in cui era costretta a reggere le sorti del Ducato, mentre il marito era assente, si servì del suo aiuto, per condurre delicate missioni presso alcuni capi politici e presso il Papa.
Al termine della lectio magistralis, i cavalieri del Santo Sepolcro si ritroveranno per la tradizionale cena, offrendo un’oblazione per sostenere le Comunità cristiane di Terra Santa.