Monasteri di clausura femminili in Diocesi

= > Ricerca per nome e/o località –

NOTIZIE UTILIPer raggiungere Gravedona (Co) in auto, da Milano o da Bergamo, � consigliabile prendere la strada statale 36 che da Lecco sale verso Colico, girando poi in direzione S�rico e scendendo quindi sulla sponda occidentale del Lago di Como. Pullman di linea partono da Colico e da Como. Servizi di navigazione collegano Gravedona con Como e Varenna.La chiesa romanica di Santa Maria del Tiglio si trova nella parte del borgo prospiciente il lago: di norma, � sempre aperta al pubblico. Per informazioni � possibile contattare la parrocchia al numero 0344.85261.

NOTIZIE UTILI Per raggiungere Gravedona (Co) in auto, da Milano o da Bergamo, è consigliabile prendere la strada statale 36 che da Lecco sale verso Colico, girando poi in direzione Sòrico e scendendo quindi sulla sponda occidentale del Lago di Como. Pullman di linea partono da Colico e da Como. Servizi di navigazione collegano Gravedona […]

Concedetevi ancora qualche istante qui fuori all�aperto, per accarezzare la delicatezza di ornamenti appena accennati (come gli archetti pensili, o la morbida strombatura delle monofore, o la cornice a dente di sega al culmine delle pareti), per scoprire la bellezza di medievali rilievi (stelle, nodi, e un centauro che insegue un cervo, simbolo tanto caro all�iconografia romanica). Soffermatevi, soprattutto, a valutare la pulizia delle linee, la simmetria delle forme. La chiesa d� le spalle al lago, fedele all�orientamento canonico verso l� dove sorge il sole. Ma guardando da lontano, dall�alto di una delle balconate panoramiche tra le ultime case di Gravedona, proprio la parte absidale pare diventare la �vera� facciata di Santa Maria del Tiglio, protesa alle acque. E forse non � affatto un caso...L�interno offre ulteriori motivi di stupore. Quel che si intuiva da fuori, ora lo si percepisce con chiarezza. Il tempio ha pianta quadrata, con l�innesto su tre lati di absidi semicircolari, secondo un modulo � si pensa, si ipotizza � che doveva essere quello del primigenio battistero. Chi realizz� il santuario del Tiglio, insomma, fece qualcosa di assolutamente nuovo, ma rispettando lo spazio antico, dando cos� continuit� nell�innovazione, rivestendo di modernit� una secolare presenza. E tutto questo avveniva, � probabile, attorno alla met� del XII secolo.La luce, che filtra generosa, ma senza abbagliare, svelando poco a poco, gioca tra pieni e vuoti che si susseguono sia nella parte bassa che nell�alzato. Nicchie, rientranze, loggiati, colonne, archi, ghiere� Il tutto ad alleggerire e ad innalzare, e tuttavia senza sminuire in nulla quella che � la forza, il raccoglimento dell�architettura romanica, qui a uno dei suoi massimi gradi di maturit� e di bellezza.Sulle pareti si rinnova il contrasto chiaro/scuro, nero/bianco di pietre diverse, ma con ancora pi� vigore, con intento decorativo ancora maggiore. Nel Trecento, pittori che gi� avevano appreso la lezione di Giotto realizzarono in Santa Maria del Tiglio vasti cicli di affreschi, dei quali rimangono ampi brani sparsi. Come il grandioso Giudizio Universale sulla controfacciata, con la personificazione dei Vizi e della Virt�. O come l�immagine curiosa del martire Lucio che porge una forma di formaggio a un affamato, affascinante figura di santo-contadino assai venerata in queste contrade.Dall�alto veglia un gigantesco crocifisso ligneo, romanico anch�esso, antico e splendido quanto la chiesa che lo accoglie. Le braccia spalancate, inchiodate alla croce. Ma la testa sembra sporgersi, e il Cristo guardare gi� verso i fedeli. E ci si sente confortati. Siamo finalmente a casa, al cospetto di Dio.

Concedetevi ancora qualche istante qui fuori all’aperto, per accarezzare la delicatezza di ornamenti appena accennati (come gli archetti pensili, o la morbida strombatura delle monofore, o la cornice a dente di sega al culmine delle pareti), per scoprire la bellezza di medievali rilievi (stelle, nodi, e un centauro che insegue un cervo, simbolo tanto caro […]

Siamo a Gravedona, sulla sponda occidentale dell�alto Lario, al cospetto di un monumento unico, che non ha eguali nel pur ricco patrimonio del romanico lombardo. Un tempio di rara armonia, di squisita eleganza, dove ogni dettaglio, ogni particolare sembra rispondere a un preciso programma, per il godimento estetico di chi guarda, per l�elevazione spirituale di chi osserva. Quasi un�architettura per l�anima.Il lago � l�, a due passi dalle sue mura, e te lo senti addosso, come un abbraccio, mentre ti sussurra di storie lontane, che lui ha visto, che lui ha vissuto. Di quando, ad esempio, Santa Maria del Tiglio ancora non era, e qui, proprio nello stesso luogo, sorgeva un antico battistero a san Giovanni dedicato. O di quando Ludovico il Pio, figlio e successore di Carlomagno, volle spingersi fin quass� per verificare di persona di un prodigio che gli era stato raccontato. O di quando ancora, su questa riva, i gravedonesi tesero un�imboscata agli uomini in armi del Barbarossa... Ma � solo un�eco, un mormorio indistinto di cui si coglie a tratti qualche breve espressione.Cos� �. Le notizie sull�origine di Santa Maria del Tiglio sono inversamente proporzionali al suo splendore, cio� pressoch� nulle. Ma se tacciono le fonti, parlano le pietre: il tempio comasco � l� da ammirare, meravigliosa realt�. Anche se tutto � diverso da come ce lo si potrebbe aspettare, tutto � inatteso, strano, sorprendente. Pare un cubo, ad esempio, massiccio, solidissimo. Eppure non c�� pesantezza, non c�� oppressione. Al contrario: ogni struttura, ogni elemento, sembra innalzarsi, tendere al cielo e svettare. Cos� accade per la facciata, ma anche per la parte absidale e i fianchi stessi. Uno slancio che culmina nella torre campanaria, posta sulla facciata e di forma ottagonale, particolari entrambi a dir poco inconsueti. Tanto che ancor oggi gli esperti si interrogano se questo campanile sia quello originario oppure no, divisi tra chi lo vuole geniale creazione dei maestri comacini e chi lo attribuisce a maestranze tardo-rinascimentali influenzate dal Bramante. La risposta, se mai ci sar�, andr� senza dubbio ad arricchire la storia dell�arte, ma non toglier� un�oncia al fascino di questa straordinaria costruzione, ne siamo certi.Semplice quanto raffinata � poi la modalit� costruttiva di tutta la chiesa, che gioca sull�alternanza dei materiali lapidei tipici del Lario, intervallando i grigi blocchi di Olcio con i conci candidi di Musso. Ma il gioco dei colori � ben pi� ricco, in verit�. Quando il sole buca le nuvole sul lago, Santa Maria del Tiglio s�arricchisce di sfumature cangianti, di riflessi celesti e ambrati che mutano col mutare della prospettiva, anche di un passo soltanto.Concedetevi ancora qualche istante qui fuori all�aperto, per accarezzare la delicatezza di ornamenti appena accennati (come gli archetti pensili, o la morbida strombatura delle monofore, o la cornice a dente di sega al culmine delle pareti), per scoprire la bellezza di medievali rilievi (stelle, nodi, e un centauro che insegue un cervo, simbolo tanto caro all�iconografia romanica). Soffermatevi, soprattutto, a valutare la pulizia delle linee, la simmetria delle forme. La chiesa d� le spalle al lago, fedele all�orientamento canonico verso l� dove sorge il sole. Ma guardando da lontano, dall�alto di una delle balconate panoramiche tra le ultime case di Gravedona, proprio la parte absidale pare diventare la �vera� facciata di Santa Maria del Tiglio, protesa alle acque. E forse non � affatto un caso...L�interno offre ulteriori motivi di stupore. Quel che si intuiva da fuori, ora lo si percepisce con chiarezza. Il tempio ha pianta quadrata, con l�innesto su tre lati di absidi semicircolari, secondo un modulo � si pensa, si ipotizza � che doveva essere quello del primigenio battistero. Chi realizz� il santuario del Tiglio, insomma, fece qualcosa di assolutamente nuovo, ma rispettando lo spazio antico, dando cos� continuit� nell�innovazione, rivestendo di modernit� una secolare presenza. E tutto questo avveniva, � probabile, attorno alla met� del XII secolo.La luce, che filtra generosa, ma senza abbagliare, svelando poco a poco, gioca tra pieni e vuoti che si susseguono sia nella parte bassa che nell�alzato. Nicchie, rientranze, loggiati, colonne, archi, ghiere� Il tutto ad alleggerire e ad innalzare, e tuttavia senza sminuire in nulla quella che � la forza, il raccoglimento dell�architettura romanica, qui a uno dei suoi massimi gradi di maturit� e di bellezza.Sulle pareti si rinnova il contrasto chiaro/scuro, nero/bianco di pietre diverse, ma con ancora pi� vigore, con intento decorativo ancora maggiore. Nel Trecento, pittori che gi� avevano appreso la lezione di Giotto realizzarono in Santa Maria del Tiglio vasti cicli di affreschi, dei quali rimangono ampi brani sparsi. Come il grandioso Giudizio Universale sulla controfacciata, con la personificazione dei Vizi e della Virt�. O come l�immagine curiosa del martire Lucio che porge una forma di formaggio a un affamato, affascinante figura di santo-contadino assai venerata in queste contrade.Dall�alto veglia un gigantesco crocifisso ligneo, romanico anch�esso, antico e splendido quanto la chiesa che lo accoglie. Le braccia spalancate, inchiodate alla croce. Ma la testa sembra sporgersi, e il Cristo guardare gi� verso i fedeli. E ci si sente confortati. Siamo finalmente a casa, al cospetto di Dio.

testi e foto di Luca Frigerio Siamo a Gravedona, sulla sponda occidentale dell’alto Lario, al cospetto di un monumento unico, che non ha eguali nel pur ricco patrimonio del romanico lombardo. Un tempio di rara armonia, di squisita eleganza, dove ogni dettaglio, ogni particolare sembra rispondere a un preciso programma, per il godimento estetico di […]

NOTIZIE UTILISi pu� raggiungere Voltorre (Va) percorrendo l�autostrada A8 in direzione Varese, uscendo a Buguggiate e seguendo poi le indicazioni per Gavirate sulla strada provinciale 1. A Gavirate giungono anche le Ferrovie Nord, ma Voltorre - distante circa 5 chilometri - non � collegato da bus di linea.Il chiostro romanico, gestito da �Fabbrica Arte�, � visitabile tutti i giorni, tranne il luned�, dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 18: in occasione di mostre, l�orario � continuato. Per ulteriori informazioni, anche sulle rassegne organizzate, si pu� contattare lo 0332.743914 o visitare il sito www.fabbrica-arte.com.

NOTIZIE UTILI Si pu� raggiungere Voltorre (Va) percorrendo l�autostrada A8 in direzione Varese, uscendo a Buguggiate e seguendo poi le indicazioni per Gavirate sulla strada provinciale 1. A Gavirate giungono anche le Ferrovie Nord, ma Voltorre – distante circa 5 chilometri – non � collegato da bus di linea. Il chiostro romanico, gestito da �Fabbrica […]

Paradossalmente, fu “merito” di un incendio se oltre un secolo più tardi, nel 1913, il chiostro di Voltorre venne strappato a un oblio che ormai sembrava assoluto. Solo allora, infatti, ci si rese conto che qui c’era qualcosa che meritava d’essere conosciuto e salvato. Anche se il recupero non è stato facile, né breve. Oggi […]

VOLTORRE – Provincia di Varese

VOLTORRE – Provincia di Varese

Non ci sono più monaci nel chiostro di Voltorre. E da molto tempo ormai. Ma qualcosa di quell’antico salmodiare è rimasto, come mormorate preghiere impigliate tra gli archi, come un canto fattosi pietra…

Testo e foto di Luca Frigerio …E poi la quiete, il silenzio di una reclusione colma di luce e di pace. Che invita a pensare, che porta a contemplare. Laggiù, appoggiata a una colonna, legge una giovane. Qui passeggia un anziano, il naso all’aria, le mani dietro la schiena, un sorriso sul volto. E presto […]

Beccafumi, classicista ma con “maniera”

Beccafumi, classicista ma con “maniera”

Domenico di Giacomo di Pace, detto Beccafumi dal nome del suo protettore, nacque a Montaperti (Si) nel 1484 e morì a Siena nel 1551.Come riferisce Giorgio Vasari, il pittore non amava allontanarsi dalla sua città. Tuttavia, intorno al 1510, egli si recò una prima volta a Roma, venendo a contatto con gli affreschi di Raffaello […]

653 - Itinerari Redazione Diocesi

L’«Annunciazione» del Beccafumi al Museo Diocesano di Milano

L’«Annunciazione» del Beccafumi al Museo Diocesano di Milano

di Luca Frigerio Non un movimento, non una parola. Tutto è immoto, tutto è silenzio, come un frammento d’eternità. L’angelo è sospeso a mezz’aria, congelato nello slancio, racchiuso nella contemplazione.Maria lo guarda, o forse no: il suo sguardo sembra andare ancora oltre, ancora più in là. La sorpresa è stata grande, lo sgomento terribile, ma […]

653 - Itinerari Redazione Diocesi

Il deserto è ovunque

Il deserto è ovunque

Nel silenzio e nella solitudine del deserto è facile sentirsi vicino a Dio, parte dell'Infinito. Eppure anche nelle città più caotiche, anche nelle metropoli più agitate é possibile "fare deserto" nella propria vita. Il pensiero di un maestro, il piccolo fratello Carlo Carretto.

653 - Itinerari Redazione Diocesi

Il coraggio di essere viaggiatori, non semplici turisti

Il coraggio di essere viaggiatori, non semplici turisti

Una interessante - e sferzante - riflessione di Antonio Raimondi, presidente del Vis (Onlus dei salesiani) su cosa significa e cosa comporta essere dei veri "viaggiatori" piuttosto che dei semplici "turisti". Una differenza non di poco conto...

653 - Itinerari Redazione Diocesi

Essere pellegrini oggi

Essere pellegrini oggi

Può il pellegrinaggio continuare nella casa, nella scuola, nella fabbrica, nell'ufficio? Lo può certamente. Ma condizione che... Una breve riflessione sul senso del pellegrinaggio ai nostri giorni dell'arcivescovo Giuseppe Casale

653 - Itinerari Redazione Diocesi

DANIELE COMBONI, la sua Africa

DANIELE COMBONI, la sua Africa

Daniele Comboni è stato canonizzato, «ma a nessuno venga in mente di sistemarlo in un nicchia». Alessandro Pronzato, con stile incisivo, racconta la vita di Comboni che è poi un viaggio nella terra da lui amata con tutte le sue forze: l'Africa.

653 - Itinerari Redazione Diocesi

San Pietroburgo un ritratto dal passato

San Pietroburgo un ritratto dal passato

di Luca Frigerio Sono tornate dal nulla, come in un racconto di Gogol’. Sono emerse tra carte dimenticate, in un archivio non ancora del tutto esplorato, improvvisamente strappate all’oblio: venti immagini dei tempi pionieristici della fotografia, datate e firmate. La città di San Pietroburgo il soggetto, il 1852 l’anno d’esecuzione, Ivan Bianchi l’autore.Un piccolo, grande […]

653 - Itinerari Redazione Diocesi

UN MONDO POSSIBILE Foto di drammi e di speranze al Museo diocesano di Milano

UN MONDO POSSIBILE Foto di drammi e di speranze al Museo diocesano di Milano

Al Museo Diocesano di Milano sono esposte 150 immagini di quattro grandi fotoreporter italiani sui drammi e le speranze del Terzo Mondo. Fino al 26 ottobre 2003

ANSELMO BUCCI, la realtà con poesia

ANSELMO BUCCI, la realtà con poesia

Un artista-poeta della realtà. A Fossombrone (Pesaro) una grande antologica ne ripercorre l'opera e la figura. Fino al 9 novembre 2003

GIOVANNI FATTORI, LA VITA AGRA

GIOVANNI FATTORI, LA VITA AGRA

Irrequieto, patriottico,alfiere dell'arte come impegno sociale.La vita di uno dei maestridell'arte italiana dell'Ottocento

DA MANET A PICASSO A Brescia i capolavori raccolti da Oscar Ghez

DA MANET A PICASSO A Brescia i capolavori raccolti da Oscar Ghez

A Brescia una bella occasione per ammirare i capolavori raccolti da Oscar Ghez, provenienti dal Pétit Palais di Ginevra. Da Manet a Picasso, passando per Utrillo, Gauguin e molti altri. Fino al 16 novembre 2003

VIS, volontariato internazionale per lo sviluppo

VIS, volontariato internazionale per lo sviluppo

Costituitosi nel 1986, il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) è un organismo non governativo senza fini di lucro promosso dal Centro nazionale opere salesiane.Èstato riconosciuto idoneo dal Ministero degli affari esteri per l’implementazione di progetti di sviluppo nei Paesi poveri e per la realizzazione di attività di educazione allo sviluppo in Italia.Èun organismo laico […]

1 27 28 29 30 31 40