NOTIZIEUTILI - La chiesetta di San Giacomo della Cerreta si trova nella campagnaattorno a Belgioioso, a una decina di chilometri a est di Pavia,lungo l�antica via Francigena che scorreva parallela al Po.Giunti nella frazione di San Leonardo, occorre proseguire in direzioneOspitaletto.Per visitare il piccolo, delizioso santuario, che conserva interessantiaffreschi e una statua lignea cinquecentesca di San Giacomo, bisogna rivolgersialla vicina trattoria (chiusa il marted�).Per informazioni, tel. 0382.969170.

NOTIZIE UTILI – La chiesetta di San Giacomo della Cerreta si trova nella campagna attorno a Belgioioso, a una decina di chilometri a est di Pavia, lungo l’antica via Francigena che scorreva parallela al Po.Giunti nella frazione di San Leonardo, occorre proseguire in direzione Ospitaletto.Per visitare il piccolo, delizioso santuario, che conserva interessanti affreschi e […]

NOTIZIE UTILIPer raggiungere Gravedona (Co) in auto, da Milano o da Bergamo, � consigliabile prendere la strada statale 36 che da Lecco sale verso Colico, girando poi in direzione S�rico e scendendo quindi sulla sponda occidentale del Lago di Como. Pullman di linea partono da Colico e da Como. Servizi di navigazione collegano Gravedona con Como e Varenna.La chiesa romanica di Santa Maria del Tiglio si trova nella parte del borgo prospiciente il lago: di norma, � sempre aperta al pubblico. Per informazioni � possibile contattare la parrocchia al numero 0344.85261.

NOTIZIE UTILI Per raggiungere Gravedona (Co) in auto, da Milano o da Bergamo, è consigliabile prendere la strada statale 36 che da Lecco sale verso Colico, girando poi in direzione Sòrico e scendendo quindi sulla sponda occidentale del Lago di Como. Pullman di linea partono da Colico e da Como. Servizi di navigazione collegano Gravedona […]

Concedetevi ancora qualche istante qui fuori all�aperto, per accarezzare la delicatezza di ornamenti appena accennati (come gli archetti pensili, o la morbida strombatura delle monofore, o la cornice a dente di sega al culmine delle pareti), per scoprire la bellezza di medievali rilievi (stelle, nodi, e un centauro che insegue un cervo, simbolo tanto caro all�iconografia romanica). Soffermatevi, soprattutto, a valutare la pulizia delle linee, la simmetria delle forme. La chiesa d� le spalle al lago, fedele all�orientamento canonico verso l� dove sorge il sole. Ma guardando da lontano, dall�alto di una delle balconate panoramiche tra le ultime case di Gravedona, proprio la parte absidale pare diventare la �vera� facciata di Santa Maria del Tiglio, protesa alle acque. E forse non � affatto un caso...L�interno offre ulteriori motivi di stupore. Quel che si intuiva da fuori, ora lo si percepisce con chiarezza. Il tempio ha pianta quadrata, con l�innesto su tre lati di absidi semicircolari, secondo un modulo � si pensa, si ipotizza � che doveva essere quello del primigenio battistero. Chi realizz� il santuario del Tiglio, insomma, fece qualcosa di assolutamente nuovo, ma rispettando lo spazio antico, dando cos� continuit� nell�innovazione, rivestendo di modernit� una secolare presenza. E tutto questo avveniva, � probabile, attorno alla met� del XII secolo.La luce, che filtra generosa, ma senza abbagliare, svelando poco a poco, gioca tra pieni e vuoti che si susseguono sia nella parte bassa che nell�alzato. Nicchie, rientranze, loggiati, colonne, archi, ghiere� Il tutto ad alleggerire e ad innalzare, e tuttavia senza sminuire in nulla quella che � la forza, il raccoglimento dell�architettura romanica, qui a uno dei suoi massimi gradi di maturit� e di bellezza.Sulle pareti si rinnova il contrasto chiaro/scuro, nero/bianco di pietre diverse, ma con ancora pi� vigore, con intento decorativo ancora maggiore. Nel Trecento, pittori che gi� avevano appreso la lezione di Giotto realizzarono in Santa Maria del Tiglio vasti cicli di affreschi, dei quali rimangono ampi brani sparsi. Come il grandioso Giudizio Universale sulla controfacciata, con la personificazione dei Vizi e della Virt�. O come l�immagine curiosa del martire Lucio che porge una forma di formaggio a un affamato, affascinante figura di santo-contadino assai venerata in queste contrade.Dall�alto veglia un gigantesco crocifisso ligneo, romanico anch�esso, antico e splendido quanto la chiesa che lo accoglie. Le braccia spalancate, inchiodate alla croce. Ma la testa sembra sporgersi, e il Cristo guardare gi� verso i fedeli. E ci si sente confortati. Siamo finalmente a casa, al cospetto di Dio.

Concedetevi ancora qualche istante qui fuori all’aperto, per accarezzare la delicatezza di ornamenti appena accennati (come gli archetti pensili, o la morbida strombatura delle monofore, o la cornice a dente di sega al culmine delle pareti), per scoprire la bellezza di medievali rilievi (stelle, nodi, e un centauro che insegue un cervo, simbolo tanto caro […]

Siamo a Gravedona, sulla sponda occidentale dell�alto Lario, al cospetto di un monumento unico, che non ha eguali nel pur ricco patrimonio del romanico lombardo. Un tempio di rara armonia, di squisita eleganza, dove ogni dettaglio, ogni particolare sembra rispondere a un preciso programma, per il godimento estetico di chi guarda, per l�elevazione spirituale di chi osserva. Quasi un�architettura per l�anima.Il lago � l�, a due passi dalle sue mura, e te lo senti addosso, come un abbraccio, mentre ti sussurra di storie lontane, che lui ha visto, che lui ha vissuto. Di quando, ad esempio, Santa Maria del Tiglio ancora non era, e qui, proprio nello stesso luogo, sorgeva un antico battistero a san Giovanni dedicato. O di quando Ludovico il Pio, figlio e successore di Carlomagno, volle spingersi fin quass� per verificare di persona di un prodigio che gli era stato raccontato. O di quando ancora, su questa riva, i gravedonesi tesero un�imboscata agli uomini in armi del Barbarossa... Ma � solo un�eco, un mormorio indistinto di cui si coglie a tratti qualche breve espressione.Cos� �. Le notizie sull�origine di Santa Maria del Tiglio sono inversamente proporzionali al suo splendore, cio� pressoch� nulle. Ma se tacciono le fonti, parlano le pietre: il tempio comasco � l� da ammirare, meravigliosa realt�. Anche se tutto � diverso da come ce lo si potrebbe aspettare, tutto � inatteso, strano, sorprendente. Pare un cubo, ad esempio, massiccio, solidissimo. Eppure non c�� pesantezza, non c�� oppressione. Al contrario: ogni struttura, ogni elemento, sembra innalzarsi, tendere al cielo e svettare. Cos� accade per la facciata, ma anche per la parte absidale e i fianchi stessi. Uno slancio che culmina nella torre campanaria, posta sulla facciata e di forma ottagonale, particolari entrambi a dir poco inconsueti. Tanto che ancor oggi gli esperti si interrogano se questo campanile sia quello originario oppure no, divisi tra chi lo vuole geniale creazione dei maestri comacini e chi lo attribuisce a maestranze tardo-rinascimentali influenzate dal Bramante. La risposta, se mai ci sar�, andr� senza dubbio ad arricchire la storia dell�arte, ma non toglier� un�oncia al fascino di questa straordinaria costruzione, ne siamo certi.Semplice quanto raffinata � poi la modalit� costruttiva di tutta la chiesa, che gioca sull�alternanza dei materiali lapidei tipici del Lario, intervallando i grigi blocchi di Olcio con i conci candidi di Musso. Ma il gioco dei colori � ben pi� ricco, in verit�. Quando il sole buca le nuvole sul lago, Santa Maria del Tiglio s�arricchisce di sfumature cangianti, di riflessi celesti e ambrati che mutano col mutare della prospettiva, anche di un passo soltanto.Concedetevi ancora qualche istante qui fuori all�aperto, per accarezzare la delicatezza di ornamenti appena accennati (come gli archetti pensili, o la morbida strombatura delle monofore, o la cornice a dente di sega al culmine delle pareti), per scoprire la bellezza di medievali rilievi (stelle, nodi, e un centauro che insegue un cervo, simbolo tanto caro all�iconografia romanica). Soffermatevi, soprattutto, a valutare la pulizia delle linee, la simmetria delle forme. La chiesa d� le spalle al lago, fedele all�orientamento canonico verso l� dove sorge il sole. Ma guardando da lontano, dall�alto di una delle balconate panoramiche tra le ultime case di Gravedona, proprio la parte absidale pare diventare la �vera� facciata di Santa Maria del Tiglio, protesa alle acque. E forse non � affatto un caso...L�interno offre ulteriori motivi di stupore. Quel che si intuiva da fuori, ora lo si percepisce con chiarezza. Il tempio ha pianta quadrata, con l�innesto su tre lati di absidi semicircolari, secondo un modulo � si pensa, si ipotizza � che doveva essere quello del primigenio battistero. Chi realizz� il santuario del Tiglio, insomma, fece qualcosa di assolutamente nuovo, ma rispettando lo spazio antico, dando cos� continuit� nell�innovazione, rivestendo di modernit� una secolare presenza. E tutto questo avveniva, � probabile, attorno alla met� del XII secolo.La luce, che filtra generosa, ma senza abbagliare, svelando poco a poco, gioca tra pieni e vuoti che si susseguono sia nella parte bassa che nell�alzato. Nicchie, rientranze, loggiati, colonne, archi, ghiere� Il tutto ad alleggerire e ad innalzare, e tuttavia senza sminuire in nulla quella che � la forza, il raccoglimento dell�architettura romanica, qui a uno dei suoi massimi gradi di maturit� e di bellezza.Sulle pareti si rinnova il contrasto chiaro/scuro, nero/bianco di pietre diverse, ma con ancora pi� vigore, con intento decorativo ancora maggiore. Nel Trecento, pittori che gi� avevano appreso la lezione di Giotto realizzarono in Santa Maria del Tiglio vasti cicli di affreschi, dei quali rimangono ampi brani sparsi. Come il grandioso Giudizio Universale sulla controfacciata, con la personificazione dei Vizi e della Virt�. O come l�immagine curiosa del martire Lucio che porge una forma di formaggio a un affamato, affascinante figura di santo-contadino assai venerata in queste contrade.Dall�alto veglia un gigantesco crocifisso ligneo, romanico anch�esso, antico e splendido quanto la chiesa che lo accoglie. Le braccia spalancate, inchiodate alla croce. Ma la testa sembra sporgersi, e il Cristo guardare gi� verso i fedeli. E ci si sente confortati. Siamo finalmente a casa, al cospetto di Dio.

testi e foto di Luca Frigerio Siamo a Gravedona, sulla sponda occidentale dell’alto Lario, al cospetto di un monumento unico, che non ha eguali nel pur ricco patrimonio del romanico lombardo. Un tempio di rara armonia, di squisita eleganza, dove ogni dettaglio, ogni particolare sembra rispondere a un preciso programma, per il godimento estetico di […]

NOTIZIE UTILISi pu� raggiungere Voltorre (Va) percorrendo l�autostrada A8 in direzione Varese, uscendo a Buguggiate e seguendo poi le indicazioni per Gavirate sulla strada provinciale 1. A Gavirate giungono anche le Ferrovie Nord, ma Voltorre - distante circa 5 chilometri - non � collegato da bus di linea.Il chiostro romanico, gestito da �Fabbrica Arte�, � visitabile tutti i giorni, tranne il luned�, dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 18: in occasione di mostre, l�orario � continuato. Per ulteriori informazioni, anche sulle rassegne organizzate, si pu� contattare lo 0332.743914 o visitare il sito www.fabbrica-arte.com.

NOTIZIE UTILI Si pu� raggiungere Voltorre (Va) percorrendo l�autostrada A8 in direzione Varese, uscendo a Buguggiate e seguendo poi le indicazioni per Gavirate sulla strada provinciale 1. A Gavirate giungono anche le Ferrovie Nord, ma Voltorre – distante circa 5 chilometri – non � collegato da bus di linea. Il chiostro romanico, gestito da �Fabbrica […]

Paradossalmente, fu “merito” di un incendio se oltre un secolo più tardi, nel 1913, il chiostro di Voltorre venne strappato a un oblio che ormai sembrava assoluto. Solo allora, infatti, ci si rese conto che qui c’era qualcosa che meritava d’essere conosciuto e salvato. Anche se il recupero non è stato facile, né breve. Oggi […]

VOLTORRE – Provincia di Varese

VOLTORRE – Provincia di Varese

Non ci sono più monaci nel chiostro di Voltorre. E da molto tempo ormai. Ma qualcosa di quell’antico salmodiare è rimasto, come mormorate preghiere impigliate tra gli archi, come un canto fattosi pietra…

Testo e foto di Luca Frigerio …E poi la quiete, il silenzio di una reclusione colma di luce e di pace. Che invita a pensare, che porta a contemplare. Laggiù, appoggiata a una colonna, legge una giovane. Qui passeggia un anziano, il naso all’aria, le mani dietro la schiena, un sorriso sul volto. E presto […]

NOTIZIE UTILICucciago (Co) si trova a pochi chilometri da Cant�: da Milano � raggiungibile prendendo l�autostrada A9 in direzione Como o la superstrada Milano-Meda; da Bergamo si pu� percorre la strada statale 342.La chiesa parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso � aperta negli orari consueti. Per visitare il santuario della Madonna della Neve e l�adiacente chiesa di San Vincenzo � invece preferibile accordarsi con la parrocchia, telefonando al numero 031.787269. Si segnala, inoltre, che per chi vuole approfondire aspetti storici e artistici di Cucciago sono disponibili diverse pubblicazioni.

NOTIZIE UTILI Cucciago (Co) si trova a pochi chilometri da Cantù: da Milano è raggiungibile prendendo l’autostrada A9 in direzione Como o la superstrada Milano-Meda; da Bergamo si può percorre la strada statale 342.La chiesa parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso è aperta negli orari consueti. Per visitare il santuario della Madonna della Neve e […]

Sulla cupola e sulle volte,…

Sulla cupola e sulle volte,…

… lontano da ogni tentazione oloegrafica (così facile, ahinoi, in quegli anni), si dipana il racconto della missione salvifica della Chiesa, l’annuncio del Vangelo e le risposte degli uomini. Uomini veri, donne autentiche, con tutta la loro forza, con tutte le loro debolezze. E la vita così com’è, il quotidiano con le sue gioie e […]

L�antico borgo di Cucciago

L�antico borgo di Cucciago

Testo e foto di Luca Frigerio Arialdo non poteva tacere. Diacono della Chiesa ambrosiana, si guardava attorno e ovunque vedeva soprusi, inganni, menzogne. Gli onesti erano derisi, i poveri schiacciati. Chi avrebbe custodito questo gregge disperso, se proprio quei pastori a cui era stato affidato erano incapaci e corrotti? Le cariche ecclesiastiche si mercanteggiavano per […]

NOTIZIE UTILILa splendida dimora, con i suoi arredi e la sua ricca collezione d�arte, e i magnifici giardini sono visitabili infatti da marzo a ottobre, tutti i giorni dalle ore 9 alle 11,30 e dalle 14 alle 16.30 (ma in primavera e in estate l�orario � continuato dalle 9 alle 18). Villa Carlotta si trova a Tremezzo, sulla sponda esterna del ramo occidentale del Lario: la si raggiunge da Como attraverso la strada statale 340 per Menaggio; in autobus con partenza da piazza sant�Agostino a Como; in traghetto da Bellagio e da Varenna; in aliscafo da Como. Per informazioni, tel. 0344.40405.

NOTIZIE UTILI La splendida dimora, con i suoi arredi e la sua ricca collezione d�arte, e i magnifici giardini sono visitabili infatti da marzo a ottobre, tutti i giorni dalle ore 9 alle 11,30 e dalle 14 alle 16.30 (ma in primavera e in estate l�orario � continuato dalle 9 alle 18). Villa Carlotta si […]

Un sogno. Attorno verdi montagne e le cime innevate delle Grigne sopra Bellagio. In basso i riflessi metallici, bluastri, del lago appena increspato da una brezza leggera. E davanti a noi una bianca dimora principesca, elegante, armoniosa nelle forme, nobile nelle linee. L�abbraccia un giardino da fiaba, dove tutto pu� forse succedere, dove nulla � scontato, tra la meraviglia di aiuole fiorite e piante secolari, nello stupore di scorci inattesi e di sentieri di silenziosa bellezza.Villa Carlotta ha nome questo incanto, a Tremezzo, sulla sponda occidentale del Lago di Como. Andare pi� oltre non si pu�, neppure volendolo. In quest�angolo del Lario ci si deve fermare per forza, a respirare, ad ammirare. A immaginare.�Bella, vero?�. Una voce un po� roca, ma gentile, ci sorprende alle spalle. � un vecchio dalla corta barba bianca, un cappello dalle larghe falde, sgualcito, macchiato, a nascondere lo sguardo. �Sa�, dice come per giustificarsi, �� tanto tempo ormai che sono qui, eppure ancora riesco a stupirmi...�.Abbozziamo un sorriso, incerti, sorpresi. �Lei � del posto?�, proviamo a buttare l�. �Potremmo dire cos�, risponde il nostro misterioso interlocutore, mentre divertito estrae una lucida pipa dal grembiule di pesante tessuto che ha legato in vita. �Allora, magari, ha qualche storia da raccontarci...�, diciamo pi� per cortesia che per convinzione, mentre con gli occhi cerchiamo una via di fuga, discreta e non offensiva. �Certo, certo...�, sussurra come a se stesso il vecchietto. �Ma a voi cosa interessa, in particolare?�. �L�origine...�, balbettiamo in un imbarazzo crescente. �L�origine di questo posto. Ecco, s�: lei sa com�� nata villa Carlotta? Chi l�ha voluta? E perch� ha un giardino cos� bello?�. Ora ride, l�uomo dal capello, e tossisce, portandosi una mano al petto. �Uh, quante cose volete sapere...�. Ma invece di cominciare a raccontare, il suo sguardo indugia sul parco, sbuffando nuvole di tabacco aromatico. �Sono stati i Clerici�, dice poi, all�improvviso, strappando alcune foglie secche da una vicina siepe. �I Clerici?�. �S�, la famiglia Clerici, mercanti lariani che dal Quattrocento si sono arricchiti con il commercio dei tessuti e che poi sono diventati illustri membri del patriziato ambrosiano. Non ne avete mai sentito parlare?�, dice osservandoci con aria di bonario rimprovero. �Beh, s�... Avevano palazzi e ville anche a Milano, se non ricordiamo male�. �E non solo l�. I Clerici, da quando avevano cominciato a prestar denari al ducato, avevano messo insieme una fortuna colossale, in terreni e prestigio�, spiega l�uomo, alzando eloquentemente un sopracciglio.�Fu Giorgio Clerici, alla fine del Seicento, a far costruire questa villa, proprio l� dove i suoi avi erano stati semplici pescatori�. �Un rifugio dorato, cio�, lo interrompiamo noi, volendo mostrarci ben informati. �Ma quale rifugio e rifugio!�, sbotta il vecchietto agitando la pipa. �Questa era una villa di delizie�. �Ovvero?�. �Ovvero una villa dove organizzare feste grandiose, con centinaia di invitati, principi, dame del gran mondo e teste coronate, in un susseguirsi di danze e pranzi luculliani, tra divertimenti e sorprese d�ogni genere�.�E da allora qui nulla � cambiato, giusto?�. �Sbagliato�, ci corregge ancora l�inaspettato cicerone. �Perch� la villa fu comprata nel 1801 da Gian Battista Sommariva, avvocato ricchissimo e amico di Napoleone. Un bel soggetto, ve l�assicuro�. �Perch�, scusi, cosa ha fatto?�. �I suoi interessi, soprattutto, mischiandoli un po� troppo con quelli della collettivit�... Era arrivato perfino a essere nominato vicepresidente della neonata Repubblica Cisalpina, ma la sua gestione non proprio cristallina della cosa pubblica lo costrinse infine ad abbandonare la vita politica�.

testo e foto di Luca Frigerio ——————————– Un sogno. Attorno verdi montagne e le cime innevate delle Grigne sopra Bellagio. In basso i riflessi metallici, bluastri, del lago appena increspato da una brezza leggera. E davanti a noi una bianca dimora principesca, elegante, armoniosa nelle forme, nobile nelle linee. L’abbraccia un giardino da fiaba, dove […]

ramo occidentale del Lario

ramo occidentale del Lario

…Andare più oltre non si può, neppure volendolo. In quest’angolo del Lario ci si deve fermare per forza, a respirare, ad ammirare. A immaginare….

�E venne a ritirarsi qui, a Tremezzo...�. �Esattamente, ma solo dopo aver trasformato la dimora dei Clerici secondo i sui gusti e dopo averla munita di un parco magnifico�.�Strano...�, osserviamo un po� sospettosi. �Al contrario. Il Sommariva era un appassionato botanico e un esperto agronomo: mantenne il giardino all�italiana creato dai Clerici, inserendolo per� in un variegato contesto paesaggistico, fatto di boschetti, di vigne, di orti e di campicelli�. La storia si fa sempre pi� interessante. �E le statue?�, chiediamo. �La villa � piena di opere d�arte, lo dicono tutte le guide�. �E hanno ragione�, conferma il nostro amico, giocherellando con una cesoia improvvisamente uscita da un�altra tasca del grembiule. �Il Sommariva�, ci spiega pazientemente, �era anche un instancabile collezionista. Un mecenate, che sostenendo le arti e gli artisti riusciva a farsi perdonare certi peccatucci... Questo palazzo sul Lago di Como divenne cos� anche la sua galleria personale, ammirata e invidiata. Capite?�.�S�, certo...�, mormoriamo, non del tutto convinti. Poi, per darci un contegno, aggiungiamo alla svelta un�altra domanda. �Ma Carlotta chi era? La moglie del Clerici? L�amante del Sommariva?�. �Ma no!�, esclama l�anziano, ridendo da sotto il cappello. �Carlotta era la figlia di Marianna di Nassau... Gi�, dall�espressione della vostra faccia capisco che questo nome non vi dice nulla. Marianna era la principessa dei Paesi Bassi, moglie di Alberto di Prussia. Nel 1834 acquist� per una notevole somma questa villa, con l�intero giardino e la splendida collezione d�arte, e don� il tutto alla figlia Carlotta il giorno delle sue nozze�. �Un bel regalo...�, pensiamo a voce alta, complice forse l�invidia. �Senza dubbio. Un regalo che mostr� di gradire assai anche il marito di Carlotta, Giorgio II Meiningen, granduca di Sassonia�. �Amava questi luoghi?�, ci informiamo. �Molti, tra i signori di tutta Europa, li hanno amati�, risponde grave il vecchietto. �Ma il granduca aveva un motivo in pi� per apprezzare questo possedimento di Tremezzo: come il Sommariva, anch�egli era una patito della botanica, un maniaco di fiori e piante, un entusiasta creatore di verdi prospettive... Sotto la sua guida, il giardino di Villa Carlotta divenne uno dei pi� belli e importanti del Lario. Forse dell�Italia intera, persino�.Cambiando lentamente posizione, l�uomo si raddrizza, mentre il suo sguardo scivola dietro le nostre spalle, accarezzando i magnifici rododendri, le siepi di camelie, le numerosissime azalee. Poi si lascia sfuggire un sospiro, forse di nostalgia, o pi� probabilmente di sollievo. Soltanto allora ci prende la curiosit� di sapere chi sia, quel nostro compagno. �Gi�, non mi sono presentato...�, si scusa. �Sono Giovanni, uno dei giardinieri della villa. Ecco, vede quegli alberi ad alto fusto laggi�? Ho aiutato anch�io a piantarli. Al granduca piacevano tanto...�, e cos� dicendo punta una mano ossuta verso una coloratissima macchia di piante, rimanendo per qualche secondo con il braccio teso a mezz�aria. �Ma quelli, quelli avranno pi� di un secolo di vita!�, quasi urliamo, esterrefatti. �Eh gi�, come passa il tempo. Ma ora devo proprio salutarla. Mi ha fatto piacere parlare con lei. Le auguro una buona giornata e, soprattutto, un buona passeggiata. Arrivederci�.E come era arrivato, il vecchietto dalla corta barba bianca e dal grande cappello scompare, lasciandoci con i nostri dubbi e i nostri sogni. Ma l�avevamo detto: a Villa Carlotta tutto pu� succedere. Basta volerlo.
�E venne a ritirarsi qui, a Tremezzo…�

�E venne a ritirarsi qui, a Tremezzo…�

«Esattamente, ma solo dopo aver trasformato la dimora dei Clerici secondo i sui gusti e dopo averla munita di un parco magnifico». «Strano…», osserviamo un po’ sospettosi. «Al contrario. Il Sommariva era un appassionato botanico e un esperto agronomo: mantenne il giardino all’italiana creato dai Clerici, inserendolo però in un variegato contesto paesaggistico, fatto di […]

NOTIZIE UTILI Il Santuario della Beata Vergine del Perello si trova tra le parrocchie di Rigosa eSambusita, che a loro volta sono parte dei comuni di Algua e Selvino. Al santuario, distante da Bergamo una trentina di chilometri, si arriva percorrendo la ValBrembana, deviando per� al bivio di Ambria in quella della Val Serina, prendendo […]

La prima chiesa fu costruita subito, di slancio, verrebbe da dire. Piccola, raccolta, sorse proprio sul luogo dove la Madonna apparve, in una radura circondata di boschi. Quasi una grotta dalla bassa volta, ombrosa, come per trattenere i pensieri, per concentrarsi nella preghiera. Qui, su un modesto altare, venne conservato a lungo il tronco del […]

Santuario di Monte Perello

Santuario di Monte Perello

di Luca Frigerio Rogiero non poteva credere ai suoi occhi. La falce gli era caduta di mano, e giaceva per terra, tra l’erba appena tagliata. Una donna, sì, una donna ammantata di luce, splendente tanto da oscurare il sole, stava lì davanti a lui, apparsa dal nulla. E lo guardava, con una dolcezza infinita, con […]

Provincia di Bergamo

Provincia di Bergamo

…Maria, agli abitanti di queste vallate, aveva chiesto fede, preghiera, carità. E un santuario, che fosse segno della devozione di un popolo, anche per le generazioni a venire…

Casa Emmaus

Casa Emmaus

Casa Emmaus è situata sulla sponda lombarda del Lago Maggiore.L’accoglienza dei volontari che la seguono è discreta e attenta. La struttura, di recente costruzione, è offerta in autogestione, per consentire ai giovani ospiti di imparare a servire e ai responsabili che li accompagnano e li conoscono di condurre le giornate con libertà e amicizia. Gli […]

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