La Chiesa, corpo di Cristo ed espressione visibile della Sua presenza, esiste in due diverse forme: la Chiesa universale e la Chiesa particolare. In questo rapporto, del tutto unico rispetto ai modelli politici, la Chiesa universale non è la semplice somma delle Chiese particolari e le Chiese particolari non sono semplici espressioni dell’unica Chiesa, ma tra le due dimensioni sussiste un rapporto di mutua appartenenza.
La Chiesa particolare è nella sua forma tipica la Diocesi (Arcidiocesi, nel caso di Milano, perché Chiesa di maggiore importanza e “metropolitana”, cioè madre rispetto alle altre Diocesi vicine, che in questo caso sono tutte quelle presenti nel territorio lombardo). Per Diocesi (secondo il Codice di Diritto canonico, canone 369) si intende quella porzione del popolo di Dio unita attorno al Vescovo, che ne è il pastore proprio, riunita nello Spirito Santo, mediante il Vangelo e l’Eucaristia. Nell’ordinamento civile italiano la Diocesi è un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto.
Il Vescovo diocesano o Arcivescovo, come nel caso di Milano (altri Vescovi presenti in Diocesi sono ausiliari, cioè aiuto al Vescovo diocesano), corrisponde poi al mandato pastorale affidatogli per il tramite dei presbiteri (i preti) che con lui costituiscono un corpo solo, il presbiterio. Nel popolo di Dio sono presenti molti altri doni e vocazioni, anche nell’ambito del ministero ordinato (i diaconi).
La Chiesa particolare si articola poi in molteplici comunità locali, con diverse forme. L’esempio tipico è quello della parrocchia, che rende presente a livello locale la Chiesa diocesana, essendo costituita da una comunità di fedeli e affidata al parroco come pastore proprio, in quanto espressione del presbiterio. Vi sono tuttavia anche molte altre forme di espressione della Chiesa, alcune istituzionali (come le chiese rettorili, tipicamente i santuari e le realtà destinate alla cura pastorale speciale come le cappellanie, principalmente per ospedali, università o gruppi etnici), altre espressione della vita aggregativa del popolo di Dio (gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica ma anche le diverse forme di vita associativa laicale) o di iniziative ecclesiali (che possono fare riferimento a soggetti non aggregativi, quali le fondazioni). Il rapportarsi di questi soggetti al Vescovo sarà talvolta molto stringente (così le parrocchie, che essendo espressione della Chiesa particolare non sono realmente altro rispetto ad essa), in altri ci saranno diversi gradi di autonomia più rilevante (ad esempio la vita consacrata).
Le realtà territoriali locali all’interno dell’Arcidiocesi di Milano sono tra loro raggruppate a diversi livelli: la comunità pastorale, che è una possibile modalità di aggregazione stabile di alcune parrocchie vicine in un unico soggetto pastorale (le parrocchie sono 1.107 e le comunità pastorali 182); il decanato (63), che è un’aggregazione più ampia prevista per un coordinamento pastorale, per promuovere la fraternità tra presbiteri e la presenza della Chiesa sul territorio; la zona pastorale, che aggrega i decanati di una medesima area geografica territoriale (sono sette: I, Milano; II, Varese; III, Lecco; IV, Rho; V, Monza; VI, Melegnano; VII, Sesto San Giovanni).
Con una estensione di 4.234 kmq, l’Arcidiocesi ambrosiana (così chiamata dal nome del suo patrono Sant’Ambrogio) comprende la città metropolitana di Milano, la provincia di Monza e Brianza, la maggior parte delle province di Varese e di Lecco, e alcuni comuni nelle province di Como, Pavia e Bergamo. Nel 2019 contava 5.078.297 battezzati su 5.558.412 abitanti, quinta Diocesi al mondo per numero di fedeli. È anche la Diocesi del mondo con il maggior numero di sacerdoti diocesani, circa 1.600. Ad essi si aggiungono circa 4.000 religiose e 1.000 religiosi (di cui 800 sacerdoti), 700 membri di istituti secolari e qualche centinaio di appartenenti alle nuove forme di Vita consacrata.