Il secondo capitolo tratta del dono della vita e del bene della salute.La vita è presentata come vocazione: non c’è vita autentica senza vocazione. In un contesto culturale in cui tutto è frammentato e tutto tende alla soddisfazione immediata dei piccoli desideri, si fatica a presentare l’esistenza umana come vocazione. Si preferisce presentarla come susseguirsi di progetti a breve, di relazioni capaci di suscitare emozioni intense, traguardi intermedi e convenienti.
Il cristiano è sempre custode e servitore della vita, di tutta la vita, in ogni stagione e ambito dell’esistenza. Occorre vigilare sui temi dell’aborto e dell’eutanasia:ma difendere la vita significaallargare l’orizzonte su altre realtà che la minacciano: miseria, ignoranza, prostituzione, emarginazione degli stranieri, sicurezza sul lavoro, condizione degli anziani…
Nel Percorso pastorale il tema della salute è letto a partire dalla realtà della famiglia che tanti pesi e sfide sostiene in occasione della malattia di uno dei suoi componenti. Èa partire dalla famiglia che deve maturare un atteggiamento cristiano verso la malattia. Cristo non l’ha soppressa, nemmeno l’ha sconfitta del tutto: l’ha presa su di sè. E le famiglie sono chiamate a fare altrettanto. Importante è educare i giovani al senso della malattia, spiegando come essa non sia un incidente di percorso, ma parte – drammatica – della vita stessa.
Percorso pastorale
“Famiglia, dono della vita
e bene della salute”
Presentazione del secondo capitolo del Percorso pastorale