Giovanni Paolo vescovo, Servo dei Servi di Dio al venerabile nostro fratello Dionigi Tettamanzi, Cardinale di Santa Romana Chiesa, finora Arcivescovo di Genova, destinato alla Chiesa di Milano come Arcivescovo Metropolita , salute e apostolica benedizione.
Riandando con la mente fino all’insigne figura di sant’Ambrogio, si è delineata davanti ai nostri occhi l’immagine di tanti eminenti pastori che nel corso dei secoli hanno reso illustre la veneranda Chiesa di Milano. Ora il nostro pensiero va a questa Chiesa e al suo ultimo pastore, il venerabile nostro fratello Carlo Maria Martini, cardinale di Santa Romana Chiesa, che ventitré anni fa abbiamo scelto perché presiedesse a questa importante comunità ecclesiale.
Dal momento che egli ha rinunciato all’ufficio di reggere questa diocesi, il nostro pensiero è corso spontaneamente a te, venerabile nostro fratello, per le eccellenti virtù pastorali di cui sei dotato, a te che sei figlio di questa Chiesa Ambrosiana, alla quale sei ora chiamato a tornare. Perciò come sette anni fa, con scelta ponderata, ti abbiamo destinato alla Chiesa di Genova, con identica determinazione vogliamo ora affidarti la guida pastorale della comunità cristiana di Milano.
E così, accogliendo di buon grado il voto favorevole della Congregazione per i Vescovi, in forza della nostra Autorità Apostolica, mentre lasci la guida della Chiesa di Genova che hai esercitato fino ad ora, ti eleggiamo e proclamiamo Arcivescovo Metropolita di Milano, con tutti i diritti e i doveri stabiliti dai sacri canoni.
Informerai della tua elezione il clero e il popolo cristiano, che esortiamo vivamente, sotto la tua guida e il tuo retto magistero, a santi propositi e a un ardente spirito di pietà.
Infine, venerabile nostro fratello, desideriamo ricordarti con fraterno affetto queste parole di sant’Ambrogio: "Insegna ai fedeli e istruiscili a fare ciò che è buono, perché ognuno si impegni sempre a compiere ciò che merita lode" (Lettera 36,9).
Roma, presso San Pietro, 11 luglio dell’anno del Signore 2002, ventiquattresimo del nostro pontificato.
Giovanni Paolo II