E’ la lettera pastorale che segna il ripartire della Chiesa di Milano dopo la sosta del Sinodo diocesano, che l’Arcivescovo ha più volte paragonato alla sosta degli Ebrei presso le palme di Elim (Esodo, 15,27).
La meta finale del cammino che riprende è il Sinai, scrive Martini, il luogo dell’essenzialità e dell’incontro con il Dio dell’alleanza. Il messaggio è chiaro: occorre tornare all’Essenziale, a ciò che unicamente conta e a ciò che dà senso a tutto. Il Cardinale chiede alla Chiesa di Milano di misurarsi su Gesù Cristo e di ispirarsi continuamente alla sua Parola. Il metro di paragone è l’immagine biblica che è stata al centro del Sinodo: la Chiesa degli Apostoli.
E’ lì che si fonda la comunità alternativa che Martini chiede di costruire: "una rete di relazioni fondate sul Vangelo, che si colloca in una società frammentata, dalle relazioni deboli, fiacche, prevalentemente funzionali, spesso conflittuali" (n.29). L’intero anno pastorale si basa sulla riscoperta della figura del cardinal Schuster (arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954) che viene proclamato beato da papa Giovanni Paolo II in san Pietro il 12 maggio del 1996.