Si passa con questa lettera alla seconda azione tipica della Chiesa: il comunicare.
Il Cardinale propone una sorta di teologia della comunicazione a partire dall’autocomunicazione di Dio all’uomo. La comunicazione dell’uomo, piena di difficoltà, non può che ispirarsi alla comunicazione di Dio quale viene espressa dal mistero della Trinità. L’Arcivescovo propone anche alcuni itinerari significativi di comunicazione, dal silenzio contemplativo alla liturgia, dalla Parola alla carità. L’invito che ne deriva alla Diocesi è quello di verificare tutte le occasioni e le forme di comunicazione per purificarle alla luce della comunicazione propria di Dio. Oggetto di particolare attenzione sono le forme di comunicazione non verbale della fede, quali il canto e la musica, la comunicazione simbolica e il linguaggio proprio della Chiesa.