Nata a Dorgali, in Sardegna nel 1914, in una povera famiglia di pastori, nonostante la sua brillante intelligenza deve rinunciare agli studi secondari per aiutare la mamma rimasta vedova a mantenere i fratelli e le sorelle. All’età di 18 anni la sua vita ha una svolta decisiva: la scoperta del Signore la trasforma, portandola a dedicarsi intensamente alla preghiera, alla catechesi e all’apostolato nelle file dell’Azione Cattolica, mentre matura in lei una chiara vocazione alla vita monastica. A 21 anni, Maria entra nella Trappa di Grottaferrata, dove la sua vita appare tutta dominata dalla gratitudine a Dio per la misericordia di cui l’ha investita chiamandola ad un’appartenenza totale a lui e dal desiderio ardente di rispondere pienamente a questa grazia. Sotto la guida sapiente dell’abbadessa, la madre Pia, scopre l’ecumenismo spirituale di Paul Couturier, e si sente irrefrenabilmente spinta ad offrire la sua vita e le sue sofferenze per la causa dell’unità dei cristiani. A 23 anni, Maria, diventata nel frattempo suor Maria Gabriella, si ammala di tubercolosi e vive i restanti mesi della sua vita immersa nella preghiera di Gesù per l’unità di tutti i credenti in lui. Muore a soli 25 anni di età, nella domenica del Buon Pastore, di cui aveva raccolto con tutta la sua vita la promessa: Vi sarà un solo ovile e un solo pastore. La sua vicenda ebbe un impatto enorme sul nascente ecumenismo della Chiesa cattolica e non cessa di toccare il cuore dei cristiani di tutte le confessioni. Maria Gabriella è stata beatificata da Giovanni Paolo II nel 1983. Le sue spoglie sono custodite nel monastero di Vitorchiano.
Il santo del giorno
Venerdi della Passione del Signore
beata Maria Gabriella Sagheddu, monaca