Eligio, di modesta famiglia gallo-romana, fu avviato all’apprendimento del mestiere di orefice nella bottega di Abbone, un grande esperto nell’arte dell’orificeria, e di questa arte divenne a sua volta un grande maestro. La leggenda ne testimonia l’onestà oltre che la bravura raccontando che il re Clotario II gli commissionò un trono d’oro, dandogli il metallo occorrente, ed Eligio ne ricavò due troni. Sotto il re Clotario sarà poi chiamato a dirigere la zecca di Marsiglia e dal nuovo re Dagoberto riceverà altre missioni di fiducia.
Eligio compirà in questo tempo altre missioni di sua iniziativa, come riscattare a sue spese i prigionieri di guerra e fondare monasteri, tra i quali quello di Solignac nel 632, e ospizi. Alla morte del re, nel 639, sceglie la vita religiosa e nel 641 viene consacrato vescovo di Noyon-Tournai. Inizia così una esistenza nuova, tutta dedicata all’opera di rievangelizzazione nel Nord della Gallia, nelle regioni della Mosa e nelle isole della Frisia.
Nello svolgimento di questa missione morirà, in terra olandese. Di qui i suoi resti saranno riportati a Noyon solo nel 1952, ma il suo culto si diffonderà subito in Francia, in Germania e anche in Italia. E sarà scelto come patrono non solo dagli orafi, ma da tutti gli artigiani dei metalli, dai mercanti dei cavalli, dai maniscalchi e, ai nostri tempi, anche dai garagisti.
Una vetrata del Duomo di Milano, dono degli orefici milanesi e opera di Niccolò da Varallo, riproduce sant’Eligio che agguanta per il naso con una tenaglia un diavolo vestito da donna.
Oggi si ricorda anche la morte del beato Charles de Foucauld, ucciso a Tamanrasset, nel deserto dove si era ritirato per vivere in mezzo ai Tuareg la sua presenza silenziosa di amore universale. Parabola del chicco di grano che deve cadere a terra per portare frutto, solo dopo la morte fratel Charles troverà numerosi discepoli. La prima fraternità ispirata alla sua figura spirituale, quella dei Piccoli Fratelli di Gesù, nacque nel 1933; ne seguirono poi altre, in forma di Congregazioni, Associazioni, Pie unioni, espressioni diverse della stessa spiritualità di Nazaret, silenziosa presenza dell’amore di Cristo nei contesti più poveri e marginali della storia umana.