La devozione al Sacro Cuore è apparentemente tardiva nella storia della Chiesa, in quanto non si configura come tale che alla fine del XVII secolo, in seguito alle rivelazioni di santa Margherita Maria Alacoque, religiosa della Visitazione e al movimento che ne seguì. Ma le sue radici sono molto più antiche. I Padri della Chiesa, principalmente in Occidente, sviluppano il tema della Chiesa come la nuova Eva che nasce dal costato di Cristo, vedendo nel sangue e nell’acqua che escono dalla ferita aperta dalla lancia del soldato l’annuncio del battesimo e dell’eucaristia. I mistici poi del XII secolo passarono dalla contemplazione delle piaghe di Gesù a quella del suo Cuore divino: tutto l’amore di Dio ha fatto battere il cuore di un uomo-Dio, quello di Gesù.
San Bernardo scrive: “Il segreto del suo cuore appare a nudo nelle piaghe del suo corpo; si vede allo scoperto il mistero dell’infinita bontà”. Nel XIII secolo, secondo la sensibilità dell’epoca, coltivano l’esperienza dell’umanità di Gesù alcune espressioni della mistica femminile come santa Metilde e santa Geltrude, monache cistercensi di Helfta.
La devozione poi si diffonde tra i figli di san Francesco e gli altri ordini religiosi, fino ai primi gesuiti e passa nel culto pubblico in diversi luoghi della Francia, finché nel 1856 la festa è estesa alla Chiesa universale.
Oggi si ricorda Sant’Antonio Maria Giannelli, vescovo
Nato da poveri contadini a Cereta (La Spezia), oggi in diocesi di Chiavari, il 12 aprile 1789, l’anno della rivoluzione francese, secondogenito di sei figli, frequentò come alunno esterno le scuole del seminario per interessamento della proprietaria delle terre coltivate dal padre. Accolto poi in seminario, venne ordinato sacerdote nel 1812. Iscritto alla congregazione dei Missionari suburbani, si dedicò alla predicazione popolare. Dopo aver insegnato nel seminario di Genova, nel 1826 fu nominato parroco di S. Giovanni Battista in Chiavari, e qui legò il suo nome all’istituzione del seminario, che condusse a termine nello stesso anno, e nel quale ebbe l’incarico di prefetto degli studi e di professore di eloquenza
Il suo nome è legato soprattutto alla istituzione delle Figlie di Maria SS. dell’Orto, benefica istituzione culturale e assistenziale per provvedere maestre ed educatrici all’Ospizio di carità e lavoro aperto in città, conosciute tuttora con il nome di suore Giannelline, destinate a una rapida espansione e a un intenso apostolato nell’America latina.
Un’altra istituzione sorta ad opera del Giannelli fu la congregazione dei Missionari di S. Alfonso M. de Liguori, con la quale si propose di formare un corpo di sacerdoti che ogni anno dettassero gli esercizi spirituali al clero e promuovessero le missioni nelle parrocchie.
Nominato vescovo di Bobbio nel 1837, riordinò il seminario e fondò la congregazione degli Oblati di S. Alfonso per la riforma del clero. Morì a Piacenza il 7 giugno 1846. Il suo corpo riposa nella cattedrale di Bobbio.