Antonio Ghisleri nacque il 17 gennaio 1504 a Bosco Marengo (Alessandria), da una famiglia povera. Nella sua infanzia fece il pastorello. All’età di 14 anni entrò nel convento dei domenicani osservanti di Voghera, prendendo il nome di Michele. Nel 1528 a Genova fu ordinato sacerdote. Passando per vari conventi del suo ordine, giunse infine a Roma, dove, nel 1551, fu nominato commissario e rappresentante dell’inquisitore generale, card. Gian Pietro Carafa, il quale, diventato papa col nome di Paolo IV, lo fece vescovo di Sutri e Nepi, lo nominò cardinale, designandolo poi grande inquisitore a vita. Il 7 gennaio 1566 Antonio Ghisleri fu eletto papa e assunse il nome di Pio V. Volle mantenere il suo abito bianco di domenicano, introducendo così la tradizione della veste bianca per i papi.
Papa Ghisleri non fu molto apprezzato dalle potenze cattoliche, perché si annunciò subito decisamente riformatore: decretò che le somme destinate per i suoi festeggiamenti fossero distribuite ai poveri; si dedicò subito a tradurre nei fatti gli orientamenti del concilio di Trento, emanando il nuovo Catechismo Romano e i nuovi testi del Messale e del Breviario Romano. Intensissima fu la sua azione diplomatica per la concordia tra i popoli e soprattutto tra i principi cristiani, al fine di fronteggiare insieme l’invasione turca.
L’apice del suo pontificato fu la clamorosa e inattesa vittoria di Lepanto, ottenuta per intercessione della Beata Vergine, invocata con il Rosario come “ausilio e soccorso” della Chiesa. Pio V morì il 1° maggio 1572 e fu canonizzato nel 1712.
Oggi si ricorda anche san Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Nato a Bra (Asti) il 3 maggio 1786, fu ordinato sacerdote l’8 giugno 1811 e si laureò in teologia nel 1816. Svolse per dieci anni il suo ministero nella parrocchia del Corpus Domini a Torino, avendo un’attenzione tutta particolare per i malati e i poveri del rione. Tormentato dal desiderio di soccorrere gli uomini più infelici, più ammalati, più rifiutati dalla società, dopo un accurato discernimento, decise, il 17 gennaio 1828, di aprire per loro un piccolo ospedaletto detto “Volta Rossa”. Obbligato a chiuderlo per precauzioni sanitarie, si trasferì in zona Valdocco e, all’ingresso della nuova struttura fece scrivere: Piccola casa della Provvidenza. Questa casa in pochi anni si sviluppò in misura prodigiosa, fino a raggiungere dimensioni imprevedibili dal calcolo puramente umano. Giuseppe Cottolengo morì ancor giovane, il 30 aprile 1842 e i ricoverati erano già 1300. Per la cura e l’assistenza dei suoi cari malati, fondò la congregazione delle Figlie della Carità di san Vincenzo de’ Paoli e una comunità analoga di fratelli.