Figura luminosa del monachesimo germanico, Matilde nacque nel 1241 da una nobile famiglia di Turingia, imparentata con l’imperatore Federico II. Entrò bambina in un monastero benedettino per esservi educata, ma in quel luogo – ove già viveva come monaca la sorella maggiore, Gertrude – riconobbe la vocazione benedettina come propria e vi aderì. Quando la sorella fu eletta abbadessa del monastero di Helfta, Matilde la seguì. Erano gli anni in cui ad Helfta viveva Gertrude la grande. Per molti anni ebbe l’incarico di maestra di coro. Aveva cinquant’anni, ed era ammalata – la sorella Gertrude era già morta –, quando confidò alle sue consorelle le mirabili grazie di cui Dio la colmava. Le sue confidenze furono raccolte e scritte (forse dalla giovane Gertrude la grande); ne nacque il “Libro della grazia speciale”, testo subito molto apprezzato (già nel ’300 fiorentino, Dante e Boccaccio vi si riferiscono). Morì prima della fine del XIII secolo. La sua spiritualità, voce singolare ma armonica con tutta l’atmosfera di Helfta, preannuncia la spiritualità affettiva dei secoli successivi.