I fratelli Cirillo e Metodio, apostoli degli slavi, nati a Tessalonica all’inizio del secolo IX, svolsero nell’Europa centrale un’azione missionaria caratterizzata da una speciale attenzione ai costumi e alla lingua dei popoli da evangelizzare. Cirillo studiò a Tessalonica e a Costantinopoli alla scuola di insigni maestri e insegnò per breve tempo. Rifiutata un’alta dignità civile, ricevette gli ordini sacri. Metodio conseguì un’accurata formazione giuridica e dopo aver ricoperto cariche amministrative, divenne monaco in Bitinia. Dall’imperatore di Costantinopoli i due fratelli vennero incaricati dapprima di una missione in Crimea e in seguito, nell’anno 863, in Moravia. Con alcuni discepoli per quasi quattro anni realizzarono un lavoro missionario che diede visibili risultati. Curarono la formazione del clero per assicurare alla Chiesa slava la propria struttura gerarchica. Provvidero i popoli slavi dell’alfabeto che ancor oggi si chiama “cirillico”, e così più agevolmente poterono avviarli alla conoscenza della Parola di Dio ed alla comprensione dei divini misteri, usando la lingua del popolo nelle celebrazioni liturgiche.
Purtroppo l’incomprensione e la malevolenza di molti ostacolarono fortemente i generosi sforzi di questi due apostoli innovatori; per giustificare il loro operato dovettero recarsi a Roma dove trovarono accoglienza e approvazione da parte dei papi Niccolò I e Adriano II. A Roma Cirillo si ammalò. Sentendo prossima la fine, volle vestire l’abito monastico; il 14 febbraio 869 chiuse la sua esistenza terrena. Aveva 42 anni. Metodio, ordinato vescovo, ripartì con la qualifica di legato apostolico per la Pannonia e la Moravia. Lavorò con zelo indefesso, ma ebbe a soffrire da parte di coloro che non volevano innovazioni nel campo pastorale e liturgico.
Calunniato e accusato di eresia, subì persino la prigione e l’esilio. Per intervento del Papa poté tuttavia riprendere la missione in Moravia, consolidando l’organizzazione ecclesiastica. Le incessanti opposizioni amareggiarono gli ultimi anni del suo tenace lavoro. Il 6 agosto dell’885 san Metodio morì. Il 30 dicembre 1980 Giovanni Paolo II ha proclamato i santi Cirillo e Metodio compatroni d’Europa, accanto a san Benedetto.
Nel 1999 è stato attribuito questo titolo anche a santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e a santa Brigida di Svezia.
Oggi si celebra anche la memoria di San Valentino, martire di Terni . E’ ricordato nei principali codici del Martirologio Geronimiano al 14 febbraio, come sepolto al LXIII miglio della via Flaminia, nei pressi di Terni. Ivi infatti esisteva un cimitero cristiano e sul sepolcro del martire fu edificata una basilica nella quale il papa Zaccaria (741-52) si incontrò con Liutprando. Chi fosse Valentino e quando sia vissuto è impossibile precisare; nella tradizione posteriore, a partire almeno dal sec. VI-VII, è presentato come vescovo di Terni, ma non consta con certezza di questa sua dignità. La festa di Valentino fu inserita da Beda nel suo Martirologio ed è passata, sempre al 14 febbraio, nel Martirologio Romano. Alla stessa data è ricordato un altro Valentino martire a Roma, ma questa notizia non ha fondamento storico. L’unico Valentino martire autentico è quello di Terni. Nel 1605 il corpo di Valentino fu trasferito nella cattedrale di questa città.