Eleuterio era abate del monastero di S. Marco evangelista, da lui stesso fondato nel 535, fuori dalle mura di Spoleto. L’unica fonte per le notizie sul nostro Santo è san Gregorio Magno, che più volte lo ricorda nei suoi Dialoghi, esaltandone le virtù, e presentando episodi e miracoli della sua vita. Ormai vecchio, Eleuterio si ritirò nel monastero di S. Andrea, ad Clivum Scauri, in Roma, fondato da san Gregorio, e qui morì in un anno a noi ignoto, ma certamente prima del 593. Eleuterio, sempre assiduo nella preghiera, ebbe dal Signore il dono di operare miracoli, uno dei quali in favore dello stesso san Gregorio, come è narrato nel terzo libro dei Dialoghi (XXXIII, 7-9).
Lo stesso Gregorio lo descrive come “un monaco di rara semplicità e compunzione. Le sue lacrime, sgorgando da un animo tanto semplice e tanto umile, erano efficacissime presso Dio onnipotente e capaci di ottenere molto” (XXXIII, 1). Il 6 settembre si fa memoria anche di sant’Onesiforo, discepolo di san Paolo, ricordato nella seconda lettera a Timoteo (1,16).